ASIA/SRI LANKA - Verso la Giornata Missionaria: la pandemia è occasione per donare a chi soffre la misericordia di Dio

mercoledì, 30 settembre 2020 giornata missionaria mondiale   animazione missionaria   pontificie opere missionarie  

Colombo (Agenzia Fides) - "La pandemia di Covid-19 è l'occasione migliore per comprendere e sperimentare che la nostra chiamata implica aiutare i poveri, trascorrere del tempo con chi soffre, muovere il nostro cuore verso gli indifesi e i disperati, per portare la misericordia e l'amore di Dio Padre ad ogni uomo. La chiamata del Papa in questi tempi difficili è una spinta per noi religiosi, sacerdoti e laici battezzati: non possiamo restare 'sepolti dietro le porte chiuse' in cerca di sicurezza e preoccupati per il nostro benessere. I protocolli antivirus esistenti hanno lasciato nella gente un disperato bisogno di relazioni sociali e di empatia reciproca: noi possiamo essere fari di speranza e segno della certezza della presenza di Dio nella sofferenza": è quanto scrive all'Agenzia Fides Suor Alexander Lilly Rose, religiosa srilankese delle Figlie di Maria Ausiliatrice, impegnata nella Direzione nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Sri Lanka, alla vigilia del mese di ottobre, il mese dedicato alle missioni, e in vista della celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale (18 ottobre).
"In primo luogo - afferma la religiosa - invochiamo il Signore Onnipotente, lasciamoci impregnare della Sua presenza divina. Orientiamo insieme le nostre energie, dando segno di essere uniti nella preghiera, essendo una Chiesa in ginocchio che confida in Dio per la lotta al virus e ai suoi effetti nocivi. In secondo luogo, osiamo dire: Eccomi, manda me, Signore, in tutte le circostanze difficili in modo che, con la grazia di Dio, nella nostra incapacità e fragilità, Lui permetta alla sua onnipotenza di penetrare nei cuori degli uomini, compiendo miracoli".
Commentando il messaggio del Papa per la Giornata Missionaria Mondiale, dal titolo "Eccomi, manda me!" (Is 6: 8), la suora aggiunge: "La missione è una risposta libera e consapevole alla chiamata di Dio; una chiamata alla missione può essere percepita solo quando abbiamo un rapporto personale di amore con Gesù presente nella sua Chiesa. La chiamata non è una carriera. La carriera promette status, denaro o potere. Una carriera è qualcosa che facciamo per noi stessi, ma la chiamata è qualcosa che facciamo per Dio e per il suo popolo. Ci sono difficoltà, la sofferenza, il sacrificio, la soddisfazione, la contentezza e l'opportunità di essere chiamati e essere strumenti nelle mani di Dio. Una chiamata continua, finché non Lo incontriamo nell'eternità. Il Signore ci chiama personalmente e la nostra risposta è unica. Ogni vocazione è una chiamata a vivere nella fede e a donare luce, pace, compassione all'umanità".
Infine suor Lilly Rose osserva che "la chiamata è spesso collegata a ciò che ci turba profondamente", come avvenuto per Mosè". Allora, conclude, occorre "scoprire la proprie chiamata, cominciando a pregare per ciò che ci turba profondamente. Pensando al Covid-19 che ha preso le vite di migliaia di di persone, e ha causato il sorgere di povertà, insicurezza e depressione, proprio in questo momento di sofferenza, il messaggio del Papa per la Giornata Missionaria Mondiale 2020 è un invito e una sfida rivolti a ciascuno di noi".
(PA) (Agenzia Fides 30/9/2020)


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