AFRICA/GUINEA - “La Chiesa è ancora vittima degli espropri abusivi” denuncia l’Arcivescovo di Conakry

mercoledì, 23 settembre 2020 persecuzioni  

Sua Ecc. Mons. Vincent Coulibaly

Conakry (Agenzia Fides) – “Non siamo di fronte a fatti nuovi. A partire dagli anni Sessanta, infatti, la Chiesa cattolica è stata spesso vittima di esproprio abusivo dei suoi beni in molte località, su tutto il territorio nazionale” ha affermato Sua Ecc. Mons. Vincent Coulibaly, Arcivescovo di Conakry, in un comunicato nel quale denuncia il tentativo d’espropriazione con la forza di terreni appartenenti alla Chiesa. “Con gli eventi degli ultimi giorni a Kendoumayah, si può dire che le azioni del passato continuano anche oggi, sebbene l'articolo 1 della Costituzione del 7 aprile 2020 affermi che 'la Repubblica di Guinea è uno Stato laico'.”
A Kendoumaya, a 55 km da Conakry, alcuni abitanti stanno cercando di strappare con la forza un campo di 5 ettari alla comunità dei Frères et Sœurs Apostoliques de Saint-Jean. Domenica 20 settembre, dopo aver provocato alcuni disordini, gli abitanti del villaggio hanno barricato l'entrata e l'uscita di Kendoumayah per procedere alla suddivisione dei terreni appartenenti alla comunità di Saint-Jean, i cui membri sono stati minacciati di aggressione fisica.
Il 20 agosto era stato occupato un altro appezzamento di terreno di 35 ettari appartenete alla comunità religiosa, che è stato spartito in lotti da parte di alcuni privati, nonostante l'opposizione e le lettere di reclamo inviate dalla comunità alle autorità amministrative e giudiziarie.
A Kendoumayah oltre alla comunità dei Fratelli di Saint-Jean, aperta nel 1993, c’è quella delle Suore di Saint-Jean aperta nel 1995, poi quella delle Piccole Sorelle di Notre-Dame-de-Guinée aperta nel 2004 e il Seminario maggiore Benedetto XVI che dal 2008 forma tutti i sacerdoti del Paese.
Mons. Coulibaly accusa "le persone malvagie [che] tirano le fila della discordia, questa azione non promuove in alcun modo la pace e la sicurezza di sacerdoti, suore e seminaristi e quella delle nostre comunità stabilite a Kendoumayah". L'Arcivescovo di Conakry chiede "la fine dei lavori di suddivisione in corso a Kendoumayah ma anche che si fermino le rivendicazioni più vecchie, affinché la tolleranza e la convivenza religiosa, la legge e il principio della laicità siano rispettati e applicati nei confronti di tutti i cittadini del Paese”. (L.M.) (Agenzia Fides 23/9/2020)


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