NEWS ANALYSIS - Africa, le suore del Buon Pastore accanto agli sfruttati del cobalto

sabato, 19 settembre 2020 sfruttamento   povertà   istituti missionari   istituti religiosi   suore   diritti umani  

Lualaba (Agenzia Fides) - “Fu il vescovo di Kolwezi a chiederci di venire qui nel 2012, preoccupato delle condizioni di vita della popolazione, in particolar modo dei bambini. Quando siamo arrivate per la prima volta, in giro c’era pochissima gente. Ma dove sono tutti? - chiedevamo. In miniera, a scavare”. Comincia così il racconto reso all’Agenzia Fides da suor Pascaline Mikebo, responsabile del “Progetto economic empowerment Bon Pasteur Kolwezi”, gestito dalle Suore di nostra Signora della carità del Buon Pastore. È la storia di un legame ormai indissolubile tra questa congregazione fondata in Francia nel 1835 da Santa Maria Euphrasia Pelletier e ora presente in una settantina di Paesi, e il “popolo del cobalto”, ovvero centinaia di migliaia di individui – almeno un terzo dei quali, bambini di età fino a 7 anni – sfruttati nelle miniere della provincia di Lualaba, ex Katanga, nella Repubblica Democratica del Congo.
La missione delle suore si concentra in questa piccola zona che da sola garantisce tra il 60 e il 70% del fabbisogno mondiale di cobalto e che negli ultimi anni, da quando nel mondo si è deciso di puntare sulle automobili elettriche che necessitano di almeno una decina di kg di questo materiale, è divenuta inevitabilmente un polo di sregolata attrazione per tantissime multinazionali. Per le compagnie che si snodano lungo tutta la filiera i profitti si sono letteralmente moltiplicati. Per la popolazione locale, invece, la situazione segna un drammatico ritorno a parametri da rivoluzione industriale, l’ennesimo esempio della maledizione delle risorse che trasformano molti Paesi africani, ricchissimi di materie prime e in grado di produrre fortune autoctone, in zone di emergenze umanitarie. (...)(- continua)


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