AMERICA/URUGUAY - Lettera ai legislatori: “Decidere da soli quando morire è un diritto umano?”

venerdì, 31 luglio 2020 eutanasia   coronavirus   chiese locali   leggi   diritti umani  

Minas (Agenzia Fides) – “Nel tempo di pandemia in cui viviamo, mentre ci stiamo occupando di un contagio mortale, l'eutanasia e la legge sul suicidio sembrano molto cupi. Oggi più che mai abbiamo bisogno di un progetto entusiasmante collettivo in Uruguay: il nostro problema più grande è la mancanza di popolazione”. Così scrive Mons. Jaime Fuentes, Vescovo emerito di Minas, in una lettera aperta ai legislatori che stanno discutendo un progetto di legge sull’eutanasia e sul suicidio assistito. Secondo dati del 2017, l’Uruguay ha una popolazione di 3.493.205 abitanti, in cui la fascia da 0 a 14 anni, rappresenta il 19,9% e quella da 15 a 29 il 23,1%.
“Alleviare la sofferenza delle persone che, affette da una malattia terminale, soffrono dolori che possono diventare insopportabili, è un desiderio diffuso” scrive il Vescovo, evidenziando che questo è un dovere della società. Pone quindi l’interrogativo se non sia “una completa assurdità” legalizzare eutanasia e suicidio, “in un paese che ha il maggior numero di suicidi in America Latina e uno dei più alti al mondo”. Solo in cinque paesi l'eutanasia è legale (Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Canada e Colombia) e solo in Svizzera è consentito il suicidio assistito. In Belgio, dopo la sua legalizzazione, si è verificato un notevole incremento dei casi di eutanasia, e la tendenza è in aumento. “Vogliamo continuare su questa strada, incoraggiando i potenziali suicidi? Le leggi influenzano, nel bene e nel male, l'intero comportamento sociale” ribadisce il Vescovo.
Dopo aver messo in rilievo il “macabro messaggio” che con questa legge arriva alle già scarse nuove generazioni, Mons. Fuentes prosegue: “Dicono che, con la legge, sarà rispettata la libertà individuale di decidere quando porre fine alla propria vita. Ma non viviamo in società e non siamo interdipendenti? Se qualcuno vede una persona che cerca di suicidarsi, non cerca con tutti i mezzi di dissuaderla?” Con la legge proposta, la società diventa individualista al massimo, ma “si dimentica che il fine non giustifica i mezzi. La vita umana possiede la più grande dignità e quindi richiede la massima cura. Decidere ognuno da solo quando morire, è un diritto umano? Chi l'ha detto, dove è scritto?”
Infine Mons. Fuentes ribadisce che il problema più grave dell’Uruguay è la mancanza di popolazione, come in altri paesi. Ma dove sono stati fatti piani per incoraggiare le nascite si vedono i risultati: “nel nostro vicino Paraguay, che nel 2000 contava circa 5 milioni di abitanti, oggi ce ne sono più di 7 milioni e il suo PIL crescerà del 4% nel 2021. E noi, non possiamo fare niente?” La lettera aperta si conclude con un invito: “Signori legislatori, studiare il problema e lavorare per un Uruguay migliore è ciò che ci si aspetta da voi”. (SL) (Agenzia Fides 31/7/2020)


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