AFRICA/MALI - I leader religiosi lanciano un appello alla pacificazione dopo le violente manifestazioni della scorsa settimana

venerdì, 17 luglio 2020 violenza   dialogo  

Bamako (Agenzia Fides) – "Siamo molto preoccupati per la ripresa della violenza a Bamako. Cogliamo l'occasione per lanciare un appello per la pace, alla luce di tutti i danni causati. Il Mali non merita ciò che sta accadendo ora" ha affermato il Cardinale Jean Zerbo, Arcivescovo di Bamako, alla Radio et Télévision Nationale du Mali, ORTM, il 14 luglio. "Quello che è successo venerdì scorso, e che continua ancora oggi nella capitale Bamako, è motivo di preoccupazione" ha continuato il Cardinale Zerbo. "Incoraggiare le persone alla violenza di cui oggi vediamo le conseguenze è inaccettabile. Non possiamo fare altro che ricorrere alla misericordia di Dio per tutte le atrocità commesse durante queste manifestazioni". Almeno undici persone sono morte durante i disordini scoppiati nella capitale tra venerdì 10 e domenica 12 luglio.
La voce del Cardinale Zerbo si è unita a quella degli altri principali leader religiosi del Mali, che hanno lanciato un appello comune alla pacificazione. Oltre al Cardinale Zerbo, Ousmane Cherif Madani Haidara, presidente dell'Alto Consiglio Islamico del Mali Nouhou Ag InfaYattara, presidente dell'Associazione dei gruppi e missioni della Chiesa evangelica protestante in Mali (AGEMPEM), hanno invitato i maliani alla calma e al dialogo.
"Chiedo ai cittadini di calmarsi. Qualsiasi difficoltà ci sia, quando inizi un vero dialogo, puoi trovare una soluzione" ha detto il Presidente dell'Alto Consiglio islamico del Mali (HCI), Cherif Ousmane Madani Hadaira, assicurando la popolazione che i leader religiosi stanno facendo del loro meglio per trovare rapidamente delle soluzioni.
Il Presidente dell'Associazione dei gruppi ecclesiali e delle missioni evangeliche protestanti in Mali (AGEMPEM), il reverendo Nouh Ag InfaYattara, ha dichiarato che "nessun figlio, nessuna ragazza può essere indifferente a questa situazione".
In un’intervista all’Agenzia Fides, il Cardinale Zerbo aveva sottolineato che "in questa situazione così difficile, a noi religiosi non restano che due comportamenti: essere sentinelle e agire da mediatori per favorire il dialogo e il ritorno alla calma” (vedi Fides 24/6/2020).
Il Presidente Ibrahim Boubacar Keïta, noto come IBK, eletto per la prima volta nel 2013 è stato rieletto nel 2018 in una votazione contrassegnata dal rapimento del suo principale avversario, Soumaïla Cissé, oltre che di alcuni agenti elettorali, dalle intimidazioni agli elettori e da un tasso di partecipazione in caduta libera. Le proteste sono iniziate dopo che la Corte costituzionale alla fine di aprile ha invalidato l’elezione di 30 deputati dell’opposizione
A maggio gli oppositori di IBK hanno stretto un'alleanza senza precedenti attorno a un imam influente e rispettato, Mahmoud Dicko. Insieme, hanno lanciato un appello a scendere in strada per la prima volta il 5 giugno e si sono definiti "M5-RFP" per "Movimento del 5 giugno - Raduno delle forze patriottiche". L’M5-RFP chiede lo scioglimento del Parlamento, la formazione di un governo di transizione di cui designerebbe il Primo ministro, nonché la sostituzione dei nove membri della Corte costituzionale, accusati di collusione con le autorità. (L.M.) (Agenzia Fides 17/7/2020)


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