AFRICA/CONGO RD - Chiarezza sul rinvio del voto del 30 giugno chiedono i Vescovi del Congo in un messaggio per l’anniversario dell’indipendenza nazionale

giovedì, 23 giugno 2005

Kinshasa (Agenzia Fides)- “La nostra coscienza di Pastori e di cittadini ci spinge a difendere la dignità della persona umana creata a immagine di Dio. In effetti i nostri compatrioti sono di fronte all’incertezza del futuro, all’insicurezza crescente e alla miseria intollerabile” affermano i Vescovi della Repubblica Democratica del Congo (RDC) nel loro messaggio “Perché avere paura?” pubblicato in occasione dell’anniversario dell’indipendenza nazionale. “Quarantacinque anni dopo che il nostro paese ha ottenuto la sovranità internazionale, pensiamo che il nostro popolo non merita di continuare a portare questo pesante fardello”. I componenti della Conferenza Episcopale Congolese si riferiscono in particolare al lungo processo di transizione avviato alla fine della guerra del 1998-2003 che dovrebbe portare il Paese alla democrazia e alla stabilità politica e sociale.
Nel messaggio i Vescovi indicano alcuni passi in avanti, tra cui la promulgazione della Costituzione di transizione; il giuramento del Capo dello Stato e dei Vicepresidenti; la creazione del Governo di transizione, del Parlamento, delle Commissioni di sostegno alla democrazia, dei Governatori e dei Vicegovernatori nelle province; l’avvio del processo di integrazione e ristrutturazione dell’esercito e della polizia; l’adozione del progetto di Costituzione della terza Repubblica. “Il cammino da percorrere resta ancora lungo, ma questi passi in avanti dimostrano che è possibile condurre la RDC alla democrazia” affermano i Vescovi, i quali notano però che “per altro verso, la legge d’amnistia che avrebbe potuto distendere il clima sociopolitico e la solenne dichiarazione della fine della guerra tra gli ex belligeranti tardano ad arrivare”.
Il rinvio delle elezioni politiche, che si dovevano svolgere il 30 giugno, ha creato nuove tensioni nel Paese, come notano i Vescovi: “Bisognerà spiegare al popolo perché le elezioni non sono state organizzate nel primo periodo indicato dalla Costituzione. È necessario che le responsabilità della lentezza del processo siano individuate e che siano applicate sanzioni adeguate ai veri responsabili. È una valutazione rigorosa ma necessaria per ridare fiducia ai cittadini durante il periodo del prolungamento della campagna elettorale, chiesta e ottenuta dal Parlamento dalla Commissione Elettorale Indipendente”.
I Vescovi individuano nella “mancanza di volontà politica, nella sete di potere per il potere” la causa di questa situazione che “paralizza la coesione nazionale. Il funzionamento delle istituzioni di Transizione è compromesso, perché queste divengono casse di risonanza delle diverse famiglie politiche e un trampolino per la campagna elettorale” “Dal nostro punto di vista” continuano i Vescovi “la crisi di legittimità ricorrente nel nostro paese non potrà essere risolta solo attraverso l’instaurazione di uno Stato di diritto e di un nuovo ordine istituzionale uscito dalle urne”.
Altri punti toccati dal messaggio riguardano le difficoltà riscontrate nel processo di Disarmo, Smobilitazione e Reinserimento (DDR) degli ex combattenti, l’insicurezza crescente, le minacce rivolte alla Chiesa, la difficile situazione economica con le sue pesanti conseguenze sociali.
“Servendo la nazione, la Chiesa intensificherà la formazione delle coscienze e la sua campagna di educazione civica ed elettorale per continuare la preparazione del popolo alle prossime scadenze elettorali” affermano i Vescovi che si impegnano anche a lanciare un programma educativo sulla non violenza e la riconciliazione. “Che Maria interceda affinché Dio benedica il nostro Paese” concludono i Vescovi. (L.M.) (Agenzia Fides 23/672005 righe 45 parole 544)


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