NEWS ANALYSIS/OMNIS TERRA - Zimbabwe, le Chiese in campo per un accordo nazionale

mercoledì, 29 aprile 2020 politica   riconciliazione   pace   chiese locali   ecumenismo   dialogo  

Harare (Agenzia Fides) - Le Chiese cristiane, storicamente presenza attiva e riconosciuta in Zimbabwe, hanno deciso di strutturare alcune proposte per aiutare il paese a uscire dal tunnel di difficoltà e sofferenza in cui si trova. E hanno lanciato una piattaforma per promuovere un dialogo inclusivo e comprensivo di tutti gli attori, per siglare un patto definitivo di riconciliazione che mira a essere un primo , nuovo passo per un reale rilancio politico e sociale della nazione.
Sono passati due anni e mezzo da quando, tra la sorpresa degli osservatori mondiali, Robert Mugabe, al potere in Zimbabwe per quasi 38 anni, cedette il posto, con risicatissimo margine, a Emmerson Mnangagwa, sebbene attraverso contestatissime elezioni nel luglio 2018, suscitando ugualmente tra i circa 17 milioni di abitanti grandissime speranze. Molte di queste sono andate deluse. E lo scorso 18 aprile, il 40° anniversario dell’indipendenza, anche a causa di una iniziale ma preoccupante diffusione del Covid-19 (i casi accertati sono una trentina con quattro morti), è passato agli atti come uno dei più mesti della sua storia: il rischio di default, tra inflazione record (oltre il 600%), disoccupazione dilagante (95%) e 7,5 milioni di cittadini alla fame
In tale cornice le Chiesa non hanno mai cessato di essere un solido punto di riferimento, nota padre Frederick Chiromba, Segretario generale della Conferenza Episcopale cattolica. “Nel novembre 2017, con l’intervento dell’esercito, lo Zimbabwe sperimentò il passaggio di potere dopo oltre 37 anni di governo di Robert Mugabe. Il cambio accese tante speranze e creò molte attese positive. La popolazione in fermento, si aspettava che il nuovo governo mettesse in atto un processo di transizione in grado di condurre rapidamente alle riforme socio-economiche e politiche assolutamente imprescindibili, unica via per superare le divisioni per il bene del Paese. Ma niente di ciò è mai avvenuto. Il partito al governo ha scelto una strada e una comunicazione diverse dal precedente ma è molto in ritardo nell’implementare le trasformazioni necessarie e le preoccupazioni e i patimenti della popolazione, la stessa che aveva sostenuto il cambiamento rapido, sono inevitabilmente in crescita. Tuttavia, non tutte le speranze sono perdute. Siamo certi che sarà il popolo dello Zimbabwe a spingere il governo a rendere conto del suo operato e a forzarlo ad attivare le riforme così come stabilito dalla costituzione che è stata approvata nel 2013 ma mai implementata. Democrazia e sviluppo arriveranno di sicuro in Zimbabwe (...) - continua


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