EUROPA/ITALIA - L'Ordine di Malta estende i suoi progetti in tutto il mondo per combattere il Covid-19

sabato, 4 aprile 2020 coronavirus   aree di crisi   sanità  

Roma (Agenzia Fides) - La pandemia di Covid-19 sta influenzando profondamente l'attività dell'Ordine di Malta che in tutto il mondo offre ordinariamente assistenza sociosanitaria, ma ora ha dovuto adattarsi a questa crisi globale senza precedenti. Il personale è stato formato per continuare a garantire l'assistenza in condizioni di sicurezza. I programmi che portano soccorso ai bisognosi e ai malati sono stati ampliati per rispondere all'enorme pressione sui sistemi sanitari nazionali dei paesi colpiti dalla pandemia, informa un comunicato inviato all’Agenzia Fides. L'Ordine è impegnato a sostenere gli ospedali, i centri medici, i servizi di ambulanza e, allo stesso tempo, continua, ove possibile, le sue attività a sostegno degli anziani e dei disabili, che sono particolarmente a rischio in questo momento, nonché dei senzatetto e di tutte le persone in difficoltà.
Riportiamo alcune delle attività in corso in Africa e in Asia, secondo la nota pervenuta a Fides. L'Ordine di Malta è presente in Africa in oltre 30 paesi, dove gestisce numerosi ospedali e dispensari. La maggior parte delle attività prosegue nonostante il numero crescente di casi di Covid-19. Continuano ad operare i centri medici gestiti da Ordre de Malte France in Benin, Burkina Faso, Camerun, Congo, Guinea, Madagascar, Costa d'Avorio, Senegal, Ciad, Togo e Ciad, nonostante l'attuazione di misure di prevenzione e la riorganizzazione richiesta dalle autorità locali.
Ad eccezione del Sud Sudan, numerosi casi di coronavirus si sono ormai verificati in tutti i paesi dove il Malteser International (MI, l'agenzia di soccorso mondiale dell'Ordine di Malta) opera, e i governi stanno rispondendo con il coprifuoco e la chiusura degli aeroporti. Tutto il personale internazionale è ancora nelle rispettive postazioni di lavoro.
Nella Repubblica Democratica del Congo, il reparto di isolamento utilizzato durante la risposta di Ebola è ora utilizzato per la risposta di Covid-19. In Sud Sudan il MI diffonde messaggi attraverso tutti i mezzi per informare la popolazione di Juba, compresi spettacoli teatrali di strada e spot radiofonici. In Uganda il MI sta lavorando allo sviluppo di un piano di comunicazione per modificare i comportamenti, incentrato sull'igiene e sulle strutture igienico-sanitarie, rivolto alle popolazioni rifugiate e alle comunità ospitanti intorno al Rhino Camp Settlement. Questa iniziativa includerà anche la distribuzione di articoli come disinfettanti per le mani. In Sudafrica il centro medico e sociale "Fratellanza del Beato Gerardo" si prepara ad una possibile esplosione dell'epidemia, che - nella regione che registra un numero crescente di casi di HIV - può rappresentare una vera e propria catastrofe. Il ministro della Salute prevede che il 60-70% dell'intera popolazione sudafricana (59 milioni) potrebbe essere infettata dal coronavirus, cioè circa 40 milioni di persone. Le attività di assistenza ai malati, agli anziani e ai bambini sono state riorganizzate per ridurre i possibili contagi.
In Asia kit di articoli di prima necessità sono stati distribuiti in Bangladesh, insieme ad un'intensificazione dei programmi di bisogni primari. Di fronte alla minaccia del coronavirus, i team della Fondazione CIOMAL dell'Ordine di Malta, che si occupano specificamente del trattamento e della ricerca sulla malattia di Hansen, hanno riorganizzato la gestione corrente in Cambogia e il follow-up dei pazienti e delle loro famiglie viene ora effettuato a distanza. Sono stati creati gruppi di comunicazione in lingua khmer per consentire ai dipendenti non anglofoni di restare in contatto. In Tailandia, il Malteser International, in stretta collaborazione con l'Ambasciatore dell'Ordine in Tailandia, ha effettuato screening sanitari con termometri a infrarossi.
Per il Medio Oriente, tutti i centri di assistenza dell'Ordine di Malta in Libano e le unità mobili mediche dell'Ordine di Malta, seguono un protocollo rigoroso per garantire la sicurezza di tutto il personale e dei pazienti. I centri continuano a lavorare per garantire le visite mediche essenziali e le medicine, soprattutto per i pazienti con malattie croniche. Il personale sta raccogliendo la lista dei più vulnerabili che non possono raggiungere i centri, contattandoli nelle loro case per consegnare i medicinali mensili. Per ogni centro è stata creata una hotline per i casi non urgenti, incoraggiando le tele-consultazioni con un attento follow-up da parte dei medici. Le Unità Mediche Mobili sono attive soprattutto nelle zone più remote, in stretta collaborazione con i comuni.
In Palestina la situazione è particolarmente preoccupante a causa della mancanza di attrezzature mediche, come ventilatori e ossigeno, e della carenza di mascherine, alcol e disinfettanti. All'Ospedale della Sacra Famiglia dell'Ordine di Malta, a Betlemme, che ha l'unica unità di terapia intensiva neonatale in tutta la regione, nonostante le difficili circostanze, nel mese di marzo sono nati 285 bambini. Il personale contatta regolarmente i beduini che vivono in comunità isolate per visite di telemedicina e le donne incinte hanno potuto lasciare le loro comunità per far nascere i loro bambini all'ospedale. In Siria, assieme alle organizzazioni partner, l'agenzia di soccorso mondiale dell'Ordine, il Malteser International, continua a gestire e rafforzare le strutture sanitarie, ospedali e centri di assistenza sanitaria di base, e intensificherà le sue attività distribuendo più acqua e articoli per l'igiene, e aiutando a migliorare le strutture igienico-sanitarie nei campi e negli insediamenti informali che sono in condizioni pessime. (SL) (Agenzia Fides 04/04/2020)


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