VATICANO - Aperti i lavori del Primo Incontro internazionale di pastorale per la liberazione delle donne di strada: “Un affronto ai valori fondamentali condivisi da tutte le culture e popoli, valori radicati nella natura stessa della persona umana” dice il Card. Fumio Hamao

lunedì, 20 giugno 2005

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - “Abbiamo ritenuto opportuno organizzare tale Incontro con l’obiettivo di studiare un fenomeno che - lungi dall’essere stato debellato lungo il percorso dell’evoluzione civile - penetra tuttora il nostro tessuto sociale. Parlo del commercio senza scrupoli delle donne, le cosiddette donne della strada.” Il Card. Stephen Fumio Hamao, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, ha aperto questa mattina i lavori del Primo Incontro internazionale di pastorale per la liberazione delle donne di strada, che si svolge oggi e domani presso la sede dello stesso Pontificio Consiglio.
Tale commercio “è in gran parte conseguenza primaria di un sistema ingiusto che è alla base della nostra società e che, in diversi ambiti, dà luogo a varie forme di sfruttamento della donna” ha detto ancora il Cardinale, citando l’uso improprio dell’immagine femminile, l’interminabile flagello della prostituzione, le nuove forme della schiavitù, cioè il traffico di donne e l’industria del turismo sessuale. “Tutto ciò costituisce un oltraggio alla dignità della donna e si realizza con gravi violazioni dei più elementari diritti umani” ha sottolineato il Card. Fumio Hamao. Obiettivo della Conferenza è quello di offrire un’opportunità per una seria riflessione sulle numerose, complesse e latenti questioni insite in queste piaghe, al fine di riuscire a costruire alcuni sostegni materiali e spirituali su cui le donne potranno poggiare per cercare gradualmente di liberarsi dal giogo dello sfruttamento.
L’Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, nella sua relazione intitolata “Le donne di strada oggi, una sfida pastorale”, ha messo in evidenza come questo incontro avviene “dopo il Congresso internazionale della pastorale per i ragazzi di strada dello scorso anno, e dice qualcosa della nostra viva preoccupazione verso ‘categorie’ - se così possiamo dire - di persone particolarmente bisognose della nostra carità autentica, del nostro zelo apostolico, nell’esercizio della missione indispensabile del Buon Samaritano”.
Anche se l’obiettivo della riflessione si concentrerà specialmente in Europa, in questo continente è comunque notevole il numero di donne di strada extra-europee. “La prostituzione non significa una scelta (quando v’è scelta e non violenza e forzatura) facile, leggera, di piacere - ha proseguito Mons. Marchetto - ma invece vela spesso un dolore, una ferita, una sofferenza, con cui convivere, per...sopravvivere. Per alcune persone la prostituzione è la unica “uscita”, che impedisce peraltro di “uscirne”, e porta con sé violenza e cinismo, distruzione di sé e di altri, e qualche volta anche la morte. Ma in realtà, quel che cerca una donna di strada, come ogni essere umano, è di essere amata e considerata da qualcuno.”
La realizzazione di questo incontro è un segno chiaro della sollecitudine della Chiesa per le donne di strada, ha proseguito l’Arcivescovo Marchetto, ed è anche una dimostrazione del desiderio di mettere insieme, in modo interattivo, riflessioni ed esperienze “per porle alla base di una cooperazione e di un coordinamento pastorale maggiori in campo di emarginazione e sfruttamento della donna, specie quello sessuale, in vista non solo della realizzazione della solidarietà, ma anche di una pastorale specifica, di comunione, dialogante e missionaria”. (S.L.) (Agenzia Fides 20/6/2005; Righe 39 - Parole 517)


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