ASIA/TAGIKISTAN - “Aderiamo in modo speciale alla manifestazione di Madrid: non è solo una questione religiosa, ma riguarda tutta l'umanità. Ciò che si pretende di legalizzare è contrario alla legge naturale” afferma il Superiore della Missione del Tagikistan

sabato, 18 giugno 2005

Dushanbe (Agenzia Fides) - La comunità cattolica del Tagikistan manifesta la sua profonda preoccupazione per ciò che si pretende di legalizzare in Spagna: le unioni di omosessuali ed il preteso diritto di adozione di bambini, scrive all’Agenzia Fides p. Carlos Avila IVE, Superiore Ecclesiastico della Missio Sui Iuris.
“Ciò che si pretende di legalizzare è contrario alla legge naturale, ed in nessuna circostanza, né temporale o di cambiamento culturale, può essere accettato e tantomeno pretendere che le unioni di omosessuali siano equiparate al matrimonio. I bambini hanno bisogno di un padre e di una madre, non lasciamo i bambini più indifesi di quanto già lo siano. Imploriamo Nostro Signore e la sua Santa Madre affinché non permettano questa aberrazione”.
Padre Avila rileva inoltre che la Missione del Tagikistan accompagna con le sue preghiere “non solo i cattolici, ma anche tutti gli uomini di buona volontà che vivono nella nobile nazione di Spagna e che si oppongono a questo disegno di legge che attenta ai diritti dell'uomo, alla sua dignità, alla sua vocazione e destino finale”. In particolare si sentono vicini a tutti gli spagnoli in questi momenti in cui “si vuole imporre un modello che distruggerà le fondamenta di una società giusta, basato sul rispetto della legge naturale, della sana e buona abitudine che Dio ha scolpito nel cuore di ogni uomo”.
La piccola comunità cattolica del Tagikistan è sempre attenta alle problematiche che colpiscono i fratelli di tutto il mondo, quindi “aderisce in maniera speciale alla Manifestazione che si svolgerà sabato 18 giugno, perché non è solo una questione religiosa, ma riguarda tutta l'umanità”. Di conseguenza esprime il suo incoraggiamento per l’iniziativa di uscire per le strade e di manifestare, in modo democratico, “contro ciò che attenta ai diritti dell'uomo, della famiglia, dei bambini, di tutta la società”.
La lettera di p. Avila si chiude esprimendo i “complimenti a tutti gli spagnoli che hanno deciso di partecipare alla marcia. Non possiamo rimanere seduti e tranquilli, dobbiamo essere la voce di quelli che non hanno voce, dobbiamo far capire ai nostri governanti che governare è servire e cercare il bene comune di tutta la società, non solo di alcuni”.
Sabato, nel giorno dedicato alla Vergine, aggiunge p. Carlos, pregheremo come i pastorelli di Fatima, per la conversione dei peccatori, affinché Dio illumini tutti i responsabili, deputati, legislatori e politici, perchè capiscano e rispettino la legge naturale, altrimenti si verifcherà un attentato contro la dignità della persona. (R.Z.) (Agenzia Fides 18/6/2005, righe 30, parole 414)


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