AMERICA/CILE - Saccheggiati e profanati luoghi di culto, i Vescovi chiedono di applicare la legge e ricostruire il tessuto sociale

lunedì, 11 novembre 2019 chiese locali   politica   diritti umani   situazione sociale   violenza  

Santiago (Agenzia Fides) – Solidarietà all'Amministratore apostolico Mons. Celestino Aós e a tutti i fedeli dell'Arcidiocesi di Santiago dopo il saccheggio e la profanazione della parrocchia dell'Assunzione di Maria, è stata espressa dal Comitato permanente della Conferenza episcopale del Cile attraverso un comunicato, in data 9 novembre, estendendo la solidarietà a comunità e pastori “di altre chiese e luoghi di preghiera di diversi culti che sono stati attaccati in molte città". Manifestanti incappucciati hanno fatto irruzione nella chiesa dell'Assunzione di Maria, che è vicino al posto di raduno dei manifestanti contro il governo cileno e la disuguaglianza sociale. Dopo aver portato fuori i banchi, le statue e le immagini sacre, gli hanno dato fuoco, facendone barricate contro la polizia. La crisi politica e sociale che da qualche settimana è scoppiata in Cile, è espressione dell'accumulo di disagio e disparità di trattamento della popolazione, e si sta ora accompagnando a manifestazioni violente e incontrollate. Anche la Cattedrale di Valparaiso era stata preso di mira da un gruppo di manifestanti che avevano cercato di dare fuoco alle grandi porte di legno e, dopo essere entrati, hanno distrutto i banchi e diverse immagini sacre (vedi Fides 21,26,28/10/2019).
Il testo, firmato dal Presidente della Conferenza Episcopale, Mons. Santiago Silva, dal Vicepresidente, Mons. René Rebolledo; dal Segretario Generale, Mons. Fernando Ramos, e dal membro del Comitato, Mons. Juan Ignacio González, sottolinea: "Siamo feriti dal maltrattamento delle persone, dal costante saccheggio e dalla violenza, ovunque provenga; ci addolora l'attacco alle chiese e ai luoghi di preghiera senza rispetto per Dio e per coloro che credono in Lui. Le chiese e gli altri luoghi di culto sono sacri”.
Invocando, attraverso la preghiera, il perdono di Dio per queste profanazioni, i Vescovi aggiungono: "insieme a molti cileni e cilene siamo radicalmente contrari all'ingiustizia e alla violenza, li condanniamo in tutte le loro forme e ci aspettiamo che i tribunali individuino i responsabili e li puniscano. I violenti ci impediscono di guardare con la dovuta attenzione le giuste pretese della maggioranza del popolo cileno che desidera soluzioni reali e pacifiche".
Al fine di ripristinare la convivenza civile e pacifica, i Vescovi chiedono alle autorità "di applicare la legge e di esercitarla usando tutte le risorse di uno stato democratico. Le persone non sono solo stanche dell'ingiustizia, ma anche della violenza e la stragrande maggioranza attende con impazienza il dialogo per ricostruire il tessuto sociale”. Il comunicato si chiude invocando la Vergine del Carmen, “perchè ci doni un Cile unito, forgiato dallo sforzo di tutti gli uomini e le donne di buona volontà”. (S.L.) (Agenzia Fides 11/11/2019)


Condividi: