ASIA/IRAQ - I Capi delle Chiese a sostegno dei giovani manifestanti: “Hanno rotto le barriere settarie”

giovedì, 31 ottobre 2019 medio oriente   chiese orientali   giovani   politica   geopolitica   settarismi  

ankawa.com

Baghdad (Agenzia Fides) - I Capi delle Chiese e delle comunità cristiane presenti in Iraq esprimono compatti il loro sostegno alle manifestazioni popolari di protesta che stanno attraversando il Paese. In un pronunciamento comune, sottoscritto e diffuso martedì 29 ottobre, alla fine di un summit ospitato ilgiorno precedente presso la sede del Patriarcato caldeo, i rappresentanti delle diverse compagini ecclesiali irachene hanno dichiarato di condividere le richieste di chi manifesta pacificamente il proprio malcontento sociale, e hanno ringraziato soprattutto i giovani che nell’esprimere le loro protesta verso la leadership politica nazionale, hanno anche “rotto le barriere settarie, hanno affermato l'unità nazionale irachena ed hanno chiesto che l'Iraq diventi una patria per tutti”, fondata sul riconoscimento della sua identità plurale.
Nella fase emergenziale attraversata dal Paese, i Capi delle Chiese dichiarano il proprio sostegno compatto alle richieste di posti di lavoro, alloggi, servizi, assistenza sociale e sanitaria, e anche a misure efficaci contro la corruzione e il saccheggio delle risorse pubbliche. Rivolgendosi direttamente alle autorità politiche, i rappresentanti cristiani chiedono di preservare la nazione e il popolo iracheno dalla prospettiva di scivolare nel caos. Adottando misure di riforma “coraggiose” e astenendosi dal mettere in atto metodi di repressione violenta delle manifestazioni popolari. Nel contempo, i Capi di Chiese e comunità cristiane chiedono anche ai manifestanti di esprimere la loro protesta in forme pacifiche, evitando i farsi infiltrare da gruppi violenti.
Il pronunciamento dei Capi delle Chiese in Iraq si conclude invocando la misericordia di Dio “sulle vittime tra i manifestanti e tra le forze di sicurezza”, e chiedendo a Dio di “illuminare il cammino dell'Iraq”. (GV) (Agenzia Fides 31/10/2019).


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