AMERICA/HAITI - “Ascoltate la voce della saggezza”: l’appello dei Vescovi al Presidente e al governo di fronte alla sofferenza del popolo

mercoledì, 23 ottobre 2019 situazione sociale   politica   povertà   vescovi   ordini religiosi  

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“Ascoltate la voce della saggezza”: l’appello dei Vescovi al Presidente e al governo di fronte alla sofferenza del popolo

Port au Prince (Agenzia Fides) – I rappresentanti della Chiesa cattolica haitiana hanno chiesto al Presidente Jovenel Moise, e alla classe politica in generale, di ascoltare la "voce della saggezza" di fronte alla situazione "grave" e "difficile" che sta attraversando la nazione caraibica. Ieri, 22 ottobre, l'Arcivescovo di Port-au-Prince, Mons. Max Leroy Mésidor, parlando nella Cattedrale della capitale gremita di persone, ha ribadito che "qualcosa deve cambiare in questo paese", citando le parole di Papa Giovanni Paolo II quando visitò Haiti, 36 anni fa. "Di fronte a questa pericolosa situazione, invito il Capo di stato, il Parlamento, la classe politica e tutti coloro che vogliono aiutare Haiti, ad ascoltare la voce della saggezza" ha detto il Presule a centinaia di fedeli che poco prima avevano marciato attraversando diverse strade di Port-au-Prince.
L'Arcivescovo ha costantemente insistito sul coinvolgimento della Chiesa cattolica a fianco del popolo haitiano, anche per alcune manifestazioni che si svolgono nel paese da sei settimane, chiedendo le dimissioni del presidente Moise. La manifestazione di ieri era stata indetta dalla Chiesa cattolica, invitando i fedeli delle parrocchie a confluire nella Cattedrale il giorno della festa liturgica di San Giovanni Paolo II, che venne in visita ad Haiti nel marzo 1983. Questa convocazione, che ha raccolto migliaia di cattolici, è stata sostenuta anche dalla Conferenza haitiana dei religiosi, che in una nota pubblicata invitava tutti a una marcia di preghiera silenziosa, prima dell’incontro in Cattedrale.
"Troppe persone muoiono nel paese e la giustizia di Dio si avvererà a tutti i costi" ha detto l'Arcivescovo Mésidor durante la preghiera in Cattedrale, e ha confessato di aver pianto guardando la lista delle persone uccise nelle proteste. Alla fine ha chiesto ai leader haitiani di ascoltare la miseria e le grida di angoscia del popolo. Molti dei presenti continuavano a gridare "Jovenel deve andarsene", "Jovenel deve andare via", "È stato versato troppo sangue, Jovenel deve uscire".
La situazione nella capitale haitiana è sempre più tesa, da un mese università e scuole sono chiuse. Una dopo l'altra continuano le manifestazioni di gruppi sociali e politici contro le autorità del governo attuale. Questa volta sembra che tutta la popolazione si esprima contro la politica del Presidente. Il Presidente Moise tuttavia ha ribadito che non ha in programma di dimettersi dalla carica che ricopre dal 2017. Il periodo costituzionale per il quale è stato eletto è di cinque anni, ha ricordato.
Sebbene il problema della fornitura di combustibile sia stato risolto, causa che aveva scatenato le prime proteste popolari, gli haitiani continuano a manifestare contro la corruzione e la mancanza di servizi, oltre che per il costo della vita (vedi Fides 4/10/2019). In questa situazione neanche le Ong e gli organismi cattolici, come le congregazioni religiose, la Caritas o la Catholic Relief Services, riescono a svolgere il loro servizio, anzi, le loro sedi sono state saccheggiate e la violenza di alcuni gruppi di manifestanti ha impedite il loro lavoro (vedi Fides 1/10/2019).
(CE) (Agenzia Fides, 23/10/2019)


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