AFRICA/GABON - L’Arcivescovo Dal Toso presiede la celebrazione per i 175 anni dell’evangelizzazione

lunedì, 30 settembre 2019 evangelizzazione   animazione missionaria   mese missionario straordinario  

Eglise Catholique du Gabon

L’Arcivescovo Dal Toso a Gabon per i 175 anni dell’evangelizzazione

Libreville (Agenzia Fides) – Tutto il “fervore spirituale e pastorale” che ha caratterizzato l’anno di preparazione per i 175 anni di evangelizzazione del Gabon (vedi Fides 27 e 28/9/2019), “non si fermerà alla chiusura di questo anno giubilare, ma deve entrare in modo permanente nella vita cristiana quotidiana di tutti i battezzati”: è l’esortazione espressa dall’Arcivescovo Giampietro Dal Toso, Presidente delle Pontificie Opere Missionarie (POM), che domenica 29 settembre ha presieduto a Libreville la celebrazione giubilare durante la quale sono stati ordinati 16 sacerdoti. Ormai alla vigilia del Mese Missionario Straordinario di Ottobre 2019, l’Arcivescovo ha sottolineato: “L’evento del Mese Missionario Straordinario sarà quindi vissuto nella Chiesa locale del Gabon come una naturale estensione di questo Giubileo dei 175 anni, le cui celebrazioni finiscono oggi ma per riflettersi sotto una nuova luce. Proprio come questo Giubileo, che si sta chiudendo, il Mese Missionario Straordinario di ottobre 2019 è un'occasione di grazia intensa e feconda per promuovere iniziative e intensificare modi e mezzi per risvegliare in ogni cristiano la consapevolezza della responsabilità missionaria”.
Nella sua omelia, l’Arcivescovo ha ricordato che il 29 settembre 1844, festa degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, venne celebrata la prima messa sul suolo gabonese, evento fondante della Chiesa cattolica in questa nazione. Quindi ha reso omaggio all’audacia dei primi missionari, guidati da p. Jean Rémi Bessieux, Spiritano, e a quelli che seguirono, sacerdoti, suore e laici, che diedero la vita per l’opera di evangelizzazione del Gabon. "E’ a tutti questi missionari e ai loro collaboratori, i vostri progenitori nella fede – ha detto -, che rendiamo un vibrante omaggio attraverso questa solennità a cui dall’alto dei cieli uniscono le loro voci, le loro lodi alla gloria di Dio”.
A nome del Santo Padre, Papa Francesco, a nome del Cardinale Filoni, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, come Presidente della POM, l’Arcivescovo Dal Toso ha espresso gratitudine e compiacimento alla Conferenza episcopale “per tutto quello che è stato organizzato per celebrare questo Giubileo, non come una festa in più, non solo come una commemorazione storica, ma come un'opportunità per un rinnovamento della professione di fede in Cristo risorto che era al centro della missione di questi zelanti missionari. Questo grande Giubileo ci ricorda il loro apostolato, il loro coraggio, la loro passione ma anche e soprattutto l'amore di un Dio che voleva attraverso di loro rivelarsi al suo popolo e trovare dimora nel suo cuore per riversarvi le meraviglie della sua grazia”.
Quindi l’Arcivescovo ha sottolineato tre aspetti, ispirandosi alle letture bibliche della celebrazione. “Sulla terra ognuno sceglie la propria vita futura”: uno dei messaggi del Vangelo del giorno, la parabola del ricco Epulone (Lc 16,19-31), è il grande principio della carità, “l'unico lasciapassare che dà accesso alla vita benedetta per l'eternità: l'impegno personale a vivere o meno secondo questo il comandamento della carità nella vita presente ha una conseguenza per il nostro destino eterno” ha commentato.
Il secondo aspetto messo in rilievo è che “Cristo risorto è l'inviato del Padre per eccellenza”. Dio ha inviato suo Figlio, Gesù, nato, morto e risorto per noi. “Lui viene ancora incontro a noi, risorto, per dirci che la sua Parola è una Parola eterna, che questi sacramenti sono la vita eterna, che la fede in Lui è la garanzia della vita eterna. Se Cristo non è risorto, la nostra fede sarebbe vana, perché crederemmo in un uomo come gli altri, morto e sepolto come tutti. Ma risorgendo, Gesù si mostra come il vero Signore della vita, colui che può darci la vita”.
Rivolgendosi in particolare agli ordinandi, l’Arcivescovo ha detto: “Ogni giorno, dovete chiedere che il mistero pasquale si ripeta soprattutto in voi. Lasciate che l’uomo vecchio muoia in voi, l'uomo del peccato, attaccato al denaro, al potere, ai suoi piaceri, ai suoi progetti; possa questo uomo vecchio morire in voi per dare spazio all’uomo nuovo, risorto con Cristo, un uomo che sa donare, spendere, offrire la propria vita per amore dei suoi fratelli e sorelle”.
L’ultimo punto toccato - “Battezzati, siamo inviati a testimoniare di Gesù Cristo” – è stato l’occasione per ribadire che “l’annuncio del Vangelo non è riservato solamente ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose”. “Se oggi siamo riuniti in questa giornata di grande solennità – ha ricordato -, è perché un giorno dei cristiani in nome della loro fede e del loro impegno battesimale hanno deciso di portare la Buona Novella in questa terra gabonese. Hanno obbedito al mandato di Cristo”. La messe tuttavia è sempre molta e gli operai pochi, se si pensa che una parte non trascurabile della popolazione segue le religioni tradizionali e la maggior parte, pur aderendo a una confessione religiosa, continua nelle pratiche animiste e magiche. “Ciò significa - ha concluso - che resta ancora da fare un'evangelizzazione profonda, sia nei cuori dei cristiani che nelle periferie, ancora lontana dalla fede”. (SL) (Agenzia Fides 30/9/2019)


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