AMERICA/BOLIVIA - Chiediamo perdono al Dio della vita e alla creazione, per le gravi ferite inferte alla Chiquitania

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Arcidiocesi di Santa Cruz

Chiediamo perdono al Dio della vita e alla creazione, per le gravi ferite inferte alla Chiquitania

Santa Cruz (Agenzia Fides) – La richiesta di perdono al Dio della vita e alla Creazione, per le gravi ferite causate alla natura, alla biodiversità e alla popolazione della Chiquitania, hanno caratterizzato la celebrazione del “Te Deum Ecumenico”, che si è svolta ieri, 24 settembre, nella Basilica minore di San Lorenzo Martire, presieduta dall'Arcivescovo di Santa Cruz, Mons. Sergio Gualberti. L’occasione era il 209° anniversario della liberazione di Santa Cruz dal colonialismo.
Secondo le informazioni inviate a Fides, erano presenti anche i dirigenti delle Chiese cristiane che partecipano al dialogo ecumenico: il pastore Jorge Wills della chiesa metodista in Bolivia, padre Hedra El Hamba Boula della chiesa copta ortodossa, il pastore Oscar Villareal della chiesa anglicana e i pastori Nathan Tows e Leidy Muñoz del comitato mennonita. Le principali autorità civili del dipartimento e della città hanno partecipato alla celebrazione.
"Quest'anno celebriamo i nostri eventi in un momento difficile per il nostro dipartimento e per la nostra città - ha affermato l'Arcivescovo all'inizio dell’omelia -. Da un lato, il clima di incertezza e tensione per la campagna elettorale e, dall'altro, ‘l'intera creazione geme fino ad ora e soffre i dolori del parto’ a causa degli incendi in Chiquitania (vedi Fides 19/09/2019). Soffriamo e preghiamo per la perdita di vite umane, per i popoli indigeni che hanno perso tutto, per le ferite alla nostra casa comune, per l'inquinamento dell'aria e dell'acqua, per la devastazione di varie specie di flora e fauna".
Quindi Mons. Gualberti ha proseguito: "Dovremmo realizzare il progetto di Santa Cruz, la ‘casa costruita sulla roccia’ del bene comune e sul sacro rispetto per la ‘sorella madre terra’ e i valori perenni di verità, solidarietà, giustizia e libertà, dove tutti i figli di questa terra benedetta vivano come fratelli in sicurezza, armonia e pace". Un momento particolarmente toccante è stato vissuto al momento dell’offertorio, quando sono entrati in processione i pompieri in divisa, con un fiocco nero sulla bandiera, in segno di lutto per i pompieri morti durante gli incendi.
Alla fine della celebrazione Mons. Gualberti ha commentato alla stampa nazionale boliviana cosa significa il Mese Missionario Straordinario, partendo della realtà boliviana di Santa Cruz: "In Bolivia abbiamo la grande sfida di essere davvero una Chiesa missionaria. Una Chiesa missionaria, in missione, per la missione, ovviamente mancano missionari ad gentes, ma in Bolivia abbiamo bisogno di missionari nei nostri quartieri periferici e nelle campagne, perché i sacerdoti sono spesso necessari, ma sono necessari perché siamo in un mondo scristianizzato troppo in fretta, ecco perché è necessario che ogni battezzato si renda conto che dal battesimo è un missionario! Non sono missionari solo sacerdoti e religiosi, ma che ogni battezzato è un missionario. Se ha ricevuto questo dono, non può essere egoista e averlo per se stesso, perché se è un dono di fede è per condividerlo!"
(CE) (Agenzia Fides 25/09/2019)


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