ASIA/INDIA - Due preti cattolici e un catechista arrestati per "proselitismo": per la Chiesa è un abuso

lunedì, 9 settembre 2019 libertà religiosa   conversione   minoranze religiose   violenza   sacerdoti  

Bhagalpur (Agenzia Fides) - La polizia nello stato di Jharkhand, nell'India orientale, ha preso in custodia due sacerdoti cattolici e un catechista con l'accusa di aver indotto alla conversione della fede religiosa la gente di un villaggio. Come riferito all'Agenzia Fides da padre N. M. Thomas, Vicario generale della diocesi di Bhagalpur, diocesi in cui si trova il villaggio, la polizia il 6 settembre ha arrestato don Arun Vincent e don Benoy John e il catechista Munna Hansda dalla missione di Rajdaha, accusandoli di aver compiuto "conversioni forzate" al cristianesimo nel villaggio di Deodar e anche di "occupazione illegale di terreno".
La polizia ha successivamente rilasciato padre Vincent, mentre l'altro sacerdote, Benoy John, e il catechista potrebbero essere rilasciati dopo l'11 settembre, afferma il Vicario generale. Secondo padre Thomas, questi arresti non sono altro che "abusi sui sacerdoti e sui cristiani e casi di intimidazione, motivati ​​politicamente, per offuscare il lavoro dei missionari per i poveri, gli emarginati e i sofferenti".
Un cattolico locale Augustine Hembrom ha dichiarato a Fides: “Condanniamo totalmente questa azione. È noto che noi cattolici crediamo nella libertà di coscienza e non costringeremmo mai nessuno a cambiare la sua fede. Le autorità governative ne sono consapevoli. Quindi, gli arresti sono certamente strumentali, e intendono colpire i cristiani".
Parlando dell'incidente, John Dayal, attivista cattolico per i diritti umani e leader laico, ha detto a Fides: “Ciò che sta accadendo in Jharkhand in particolare, e nella cintura tribale nell'India centrale, è motivo di profonda preoccupazione. C'è uno stato sponsorizzato dal governo federale, che agisce contro le minoranze religiose, colpendo i musulmani da un lato e il clero cristiano e le istituzioni educative dal'altro”.
“Il fatto più preoccupante è il tentativo di dividere le persone secondo linee di appartenenza religiosa. Siamo tutti cittadini indiani. Questa politica di divisione deve essere sconfitta se si vuole mantenere la pace e l'unità e rafforzare la democrazia e lo sviluppo ”, ha affermato Dayal. (SD) (Agenzia Fides 9/9/2019)

 


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