ASIA/GIAPPONE - Un Centro d’ascolto per accompagnare le persone afflitte da solitudine

sabato, 10 agosto 2019 promozione umana   società civile   missione   società   solidarietà   dignità umana  

Fides

Un Centro d’ascolto per accompagnare le persone afflitte da solitudine

Koshigaya (Agenzia Fides) - “La società giapponese si sta trasformando in una società senza legami. Il legame con la propria terra d’origine, con la propria famiglia, sta diventando sempre più labile. A questa perdita si accompagna inevitabilmente il dramma della solitudine”: a dirlo all’Agenzia Fides è padre Marco Villa, Segretario generale del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) che per anni ha operato come missionario in Giappone, dove ha fondato il Centro d’ascolto di Koshigaya, una cittadina situata a una ventina di chilometri a nord di Tokyo. “Il Centro intende accompagnar le persone sole e accoglie soprattutto quanti hanno bisogno di coltivare una relazione umana, di sentirsi ascoltati”, aggiunge.
In una realtà come quella nipponica, assorbita quasi totalmente dal lavoro, con scarso tempo libero a disposizione, sembra che ci sia ben poco spazio da dedicare al senso della propria esistenza, alla cura delle relazioni umane e all’esperienza religiosa: “Ho fondato il Centro di ascolto - spiega padre Marco - con una duplice motivazione: attivare una forma di servizio per la popolazione e aprire un luogo di culto, in un’area dove non c’era alcuna struttura cattolica”. Così è stato: il Centro è stato aperto nel novembre 2011, con un nome giapponese che significa “bicchiere d’acqua”: “Il nome - prosegue - ricorda un segno di attenzione e disponibilità, ma che rimanda alle parole di Gesù che raccomanda la carità ai più poveri come metro di misura della fede dei cristiani”.
In un Paese in cui si assiste al progressivo sgretolamento dei nuclei familiari tradizionali, con un tasso di natalità molto basso - il governo stima che entro la fine del 2019 saranno 921mila i nuovi nati, circa 25mila in meno rispetto al 2018 - e dove il 30% della popolazione ha più di 65 anni, sono soprattutto i giovani “a soffrire per una situazione che provoca patologie ed effetti spesso incontrollati e drammatici”, rileva il Segretario generale. Il fenomeno dell'isolamento volontario in Giappone (l’hikikomori) infatti, si sta diffondendo anche tra i giovani: secondo i dati pubblicati dall’ufficio di Gabinetto nipponico, più di 700mila ragazzi si chiudono in casa e tagliano ogni contatto con il mondo esterno. “Il nostro impegno - sottolinea - è quello di essere vicini alla gente, amplificandone e lasciando emergere la dignità umana: ogni persona ha valore innanzitutto in sé, perché è uomo o donna”. Il servizio del Centro si è rivelato promettente in termini di testimonianza cristiana: “Alcuni persone che hanno frequentato il Centro, in questi anni, hanno compiuto un cammino personale di fede e si sono battezzati”, aggiunge.
Tra le altre sfide che affronta la Chiesa in Giappone, vi è il calo delle vocazioni alla vita consacrata, a cui si è aggiunta negli ultimi anni anche una minore presenza di missionari provenienti dall’estero. “Recentemente, soprattutto dalle Filippine, Corea del Sud e dal Vietnam, stanno arrivando missionari a portare il loro sostegno”, riferisce padre Villa. “In un paese dove i cattolici sono appena 440 mila, cioè lo 0,2%, su una popolazione di 145 milioni di abitanti - osserva - occorre ripensare complessivamente un modello di missione, sia nel rapporto con i sacerdoti che con i laici locali”. In chiusura il segretario del Pime fa riferimento al viaggio di Papa Francesco nel Paese del Sol Levante, programmato per il mese di novembre: “C’è molta attesa e entusiasmo - riferisce - la Chiesa giapponese è un piccolo gregge: la presenza del Papa darà fiato, gioia e un incoraggiamento forte per affrontare le sfide che la attendono”. (ES) (Agenzia Fides 10/8/2019)


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