AMERICA/BRASILE - Lettera-impegno dei seminaristi: “non si può parlare di vocazione escludendo la missione”

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Lettera-impegno dei seminaristi: “non si può parlare di vocazione escludendo la missione”

Santo Antônio da Patrulha (Agenzia Fides) – “Il Congresso è stato, senza dubbio, un momento di vera consapevolezza del cammino missionario della Chiesa in Brasile e nel mondo”. Lo affermano, nella loro lettera di impegno, 235 seminaristi diocesani e religiosi provenienti da 104 diocesi brasiliane, che dal 10 al 14 luglio si sono riuniti a Santo Antônio da Patrulha (stato di Rio Grande do Sul), per il 3° Congresso Missionario Nazionale dei Seminaristi. Promosso dalle Pontificie Opere Missionarie e dalla Commissione nazionale COMISE (Conselho Missionário de Seminaristas), il Congresso ha avuto lo stesso tema del Mese Missionario Straordinario, "Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”, e il motto "Sarete miei testimoni... fino agli estremi confini della terra" (Atti 1,8). Obiettivo generale era quello di incoraggiare e migliorare la formazione missionaria dei futuri sacerdoti in Brasile, perchè la missione sia davvero l'asse centrale della formazione e aiuti i seminaristi ad acquisire un autentico spirito missionario.
Nella lettera finale di impegno, pervenuta all’Agenzia Fides, raccogliendo l’esperienza del Congresso, che è stato “uno spazio eccellente per riflettere sulla formazione missionaria dei futuri sacerdoti”, i seminaristi sottolineano: “Siamo stati incoraggiati ad essere agenti attivi nel processo di conversione pastorale e ad aiutare la Chiesa a vivere la missione come ‘una passione per Gesù e, allo stesso tempo, una passione per il suo popolo’ (EG 268) durante tutto il processo di formazione, sia iniziale che permanente”.
Quindi proseguono: “Con l'intenzione di risvegliare maggiormente la consapevolezza della Missio ad gentes e riprendere la trasformazione della vita, della formazione e della cura pastorale, sentiamo che, più che mai, dobbiamo assumere senza paura la sequela di Cristo in modo preferenziale. Non è possibile parlare di vocazione, escludendo la missione."
Nell’era attuale, caratterizzata da cambiamenti frenetici che fanno perdere il senso della vita, il missionario è chiamato “ad essere e a fare qualcosa di definitivo in mezzo a questa transitorietà, perché la missione tende a ciò che non passerà”. Fortificati dall’amore per Gesù Cristo, fondamento della missione, i seminaristi richiamano la necessità “di promuovere la sinodalità e di creare spazi missionari nelle case di formazione e nelle parrocchie; per risvegliare l'ardore missionario attraverso la consapevolezza che la missione continua e permanente è uno straripamento dell'esperienza personale con Gesù. È quindi necessario rivedere con coraggio le abitudini, gli stili, gli orari, la lingua, l'ascolto, il dialogo, le strutture, i moduli, i percorsi di formazione umana, teologica e spirituale, nonché la pratica della solidarietà, della cooperazione e dell'integrazione”.
“Ribadiamo insieme il nostro desiderio – concludono -, animati e guidati dallo Spirito di Dio, di costruire nel cuore dei Seminari, Case di Formazione, Istituti, Università e Parrocchie, una mentalità viva e ardente, rivolta ad una Chiesa in missione permanente, con il volto misericordioso del Padre, segno insostituibile della Chiesa missionaria”. (SL) (Agenzia Fides 16/7/2019)


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