ASIA/MYANMAR - I Vescovi del Myanmar: urge fermare la diga sul fiume Irrawaddy, foriera di una catastrofe

martedì, 11 giugno 2019 società civile   cristianesimo   catastrofi naturali   vescovi  

Yangon (Agenzia Fides) - "Noi Vescovi cattolici del Myanmar, che rappresentiamo i cattolici di 16 diocesi, chiediamo sinceramente a tutte le parti interessate di riconsiderare seriamente e di fermare il piano mal concepito della diga di Myitsone, nello stato di Kachin. Il nostro appello è rivolto a tutti i nostri fratelli e sorelle di tutta la Birmania, la cui storia di vita è la storia della nostra 'Madre sacra', il fiume Irrawaddy". Lo afferma un comunicato ufficiale, inviato all'Agenzia Fides, in cui la Conferenza Episcopale birmana lancia un appello accorato per fermare la costruzione della diga di Myitsone, nello stato di Kachin.
Spiegano i Vescovi: "Il fiume Irrawaddy attraversa il cuore della nostra nazione nutrendo con l'acqua milioni di persone, flora e fauna per il sostentamento e la vita. Per la gente del Myanmar, la storia del fiume Irrawaddy è intrecciata con la nostra lunga storia di gioie e dolori. Gli scienziati hanno identificato importanti linee di faglia sotto il corso del fiume e la costruzione di una diga potrebbe esporre le linee a una maggiore pressione e a conseguenti immani disastri. Una diga potrà privare milioni di persone di una vita sostenibile e provocherà una catastrofe umanitaria, con la migrazioni di migliaia di persone. Le agenzie internazionali hanno anche sottolineato che il Myanmar è la terza area più vulnerabile ai disastri naturali".
Il testo prosegue: "Il piano per costruire una diga sul fiume Irrawaddy ha ricevuto una forte resistenza da parte della società civile e della popolazione del Myanmar. Il Cardinale Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon, ha già rilasciato due dichiarazioni, che supplicano calorosamente di trattare il fiume Irrawaddy come la sacra madre del popolo del Myanmar. Per una pace duratura nella regione, il fiume Irrawaddy deve essere lasciato intatto. I benefici economici promessi che si pensa provengano dalla diga non sono paragonabili alle perturbazioni sociali ed ecologiche che arriveranno sicuramente. La pace diventerà un sogno lontano. Dopo decenni di conflitti, il Myanmar merita di risorgere a una nuova vita, arricchita da opportunità creative, piuttosto che privata delle abbondanti acque vivificanti dell'Irrawaddy".
Il comunicato afferma: "Come Chiesa cattolica, ci impegniamo costantemente in un dialogo costruttivo con il governo e con tutti i soggetti interessati, fermamente convinti che la pace sia l'unica modo di costruire una nazione efficace. In questo spirito di cooperazione lanciamo questo appello, per aiutare a promuovere una pace duratura in Myanmar".
Il progetto di una diga da 3,8 miliardi di dollari USA sull'Irrawaddy, la principale via navigabile del Myanmar, mira a fornire energia idroelettrica da utilizzare quasi esclusivamente per la confinante Cina. Il governo dell'allora presidente Thein Sein aveva sospeso la costruzione nel settembre 2011. Con la prospettiva di riprendere i lavori, in Myanmar è ripresa la campagna della società civile per dire "No" alla diga. (PA) (Agenzia Fides 11/6/2019)


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