AMERICA/HONDURAS - I Vescovi: duro e preoccupato esame della situazione, ma “un cambiamento è possibile e urgente”

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I Vescovi: duro e preoccupato esame della situazione, ma “un cambiamento è possibile e urgente”

Tegucigalpa (Agenzia Fides) – I Vescovi honduregni, riuniti in Assemblea plenaria dal 3 al 7 giugno, nel loro “Messaggio della Conferenza Episcopale dell’Honduras (CEH)” indicano i principali problemi rilevati che riguardano la comunità: l’alto costo della vita, il crimine e la violenza, la disoccupazione, le gravi carenze nel sistema sanitario e scolastico, la corruzione.
“Ma ci sono altri problemi – è scritto all’inizio del testo inviato a Fides - che sono ugualmente suscettibili di provocare conflitti, come o ancora più gravi di quelli che stiamo vivendo in questi giorni, in riferimento alla salute e all'istruzione: problemi sotto forma di legislazione del Congresso Nazionale dell'Honduras, problemi nelle decisioni dell'Esecutivo, nella crisi delle compagnie statali, nei servizi di energia, acqua, trasporti, ecc. Se ogni problema porta a conflitti come quello che stiamo vivendo, e se ogni conflitto viene gestito con la stessa inefficienza, le conseguenze possono far precipitare l'Honduras in una crisi che sarà molto difficile da superare”.
In questa situazione i Vescovi rilevano che “diventa ancora più dolorosa e comprensibile l’indignazione della maggioranza della popolazione, le sofferenze dei più poveri, la delusione dei giovani, la paura dei migranti, l'angoscia dei malati, l'impotenza contro la corruzione e impunità, la fatica di chi lotta per un Honduras migliore senza vedere i risultati”.
Nel messaggio i Vescovi affermano di ritenere che “la gravità dei conflitti sia dovuta, in primo luogo, al modo sbagliato con cui sono gestiti dai poteri dello Stato; in alcuni casi sono la causa del problema, e in altri, non sapendoli risolvere con le risorse della democrazia partecipativa, lasciando quindi che il tempo li risolva, non fanno altro che creare un conflitto ancora più acuto”.
Riguardo alla reazione popolare, la CEH ribadisce che “le dimostrazioni di protesta devono essere pacifiche, il consentire l'infiltrazione di elementi violenti scredita lo scopo perseguito e viola altri diritti della popolazione che devono essere garantiti”. Quindi “la responsabilità della polizia è di garantire l'ordine e la sicurezza dell'intera popolazione”, anche se per alcuni interventi la polizia ha fatto uso di “una forza sproporzionata, aggiungendo un altro elemento serio ai conflitti”.
L’analisi dei Vescovi si presenta con toni duri e concreti, come raramente è accaduto nella storia del paese: “Siamo molto preoccupati per il futuro del nostro Honduras, pensando che se i problemi congiunturali non possono essere risolti adeguatamente, come possiamo risolvere quelli che, in quanto strutturali, richiedono un serio ordinamento di tutti gli elementi secondo una Regola di Diritto?”
Di seguito fanno un elenco dei punti critici: “La Costituzione violata tutte le volte che serve, poteri che non sono affatto indipendenti, il Congresso che è diventato un teatro di falsi attori riprovevoli, voltando le spalle al popolo. La necessità di un potere elettorale che garantisca la trasparenza dei suffragi e bandisca una volta per tutte i crimini elettorali. Le istituzioni statali spezzate dalla corruzione, la paralisi dell'economia, specialmente in agricoltura, la vendita vergognosa delle risorse naturali della nostra terra. Una falsa riforma del codice penale che diventa semplicemente uno strumento per la protezione dei narco corrotti, che punisce i più ‘pericolosi’, che sono poi gli emarginati e i giovani poveri alla disperata ricerca di sopravvivenza. Questo, e molto altro, ci spinge a dire dai nostri cuori un Basta!”.
Questa prima parte del documento si conclude con la proposta di cambiare il paese: “È necessario raddrizzare la marcia dell'Honduras, impegnandosi a salvare i valori etici che sono stati persi o indeboliti nella misura in cui le crisi non sono state adeguatamente risolte. Siamo molto preoccupati per il declino morale in cui il nostro paese sta cadendo. Non è mai lecito fare il male per ottenere il bene.” La seconda parte si sofferma su alcuni punti su cui è urgente agire, come “il rispetto della legge…la fiducia…l’etica politica…la verità…il vero dialogo”. “Vogliamo fare appello a tutta la società - conclude il testo -, iniziamo ad essere consapevoli che è possibile un cambiamento come l'impegno per raggiungerlo nella solidarietà.”
(CE) (Agenzia Fides, 07/06/2019)


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