AFRICA/SUDAFRICA - “No alla guerra tra poveri, tra migranti e cittadini sudafricani”: appello di Mons. Tlhagale

giovedì, 6 giugno 2019

Johannesburg (Agenzia Fides) – “Il conflitto tra migranti, richiedenti asilo e sudafricani, è istigato dalla frustrazione e dalla delusione di questi ultimi nei confronti della propria leadership politica” afferma Sua Ecc. Mons. Buti Tlhagale, Arcivescovo di Johannesburg e responsabile dell’Ufficio per i Migranti e i Rifugiati della Southern African Catholic Bishops’ Conference (SACBC), nella sua relazione intitolata “Abbattere il muro della separazione: riconciliazione tra migranti, rifugiati e sudafricani. Prospettiva biblica”.
“I cittadini sudafricani soffrono per la mancanza di terre, alloggi, lavoro e istruzione per i loro figli. La povertà estrema è diventata una barriera formidabile per il progresso umano” sottolinea Mons. Tlhagale. “E così, i migranti diventano il capro espiatorio delle carenze dello Stato. Il conflitto tra migranti e sudafricani è un tipico caso di poveri che combattono altri poveri invece di creare legami di comunione e solidarietà tra loro con l'obiettivo di superare insieme le difficoltà comuni” afferma l’Arcivescovo.
I Vescovi sudafricani hanno più volte denunciato le discriminazioni e le violenze nei confronti di migranti e di richiedenti asilo in Sudafrica, sottolineando che la xenofobia è un veleno che uccide la società (vedi Fides 30/4/2019).
Un’onta per il Paese che vanta di aver sconfitto l’apartheid grazie anche alla solidarietà degli altri Stati e popoli africani che hanno offerto asilo ai dirigenti del movimento di liberazione sudafricano, molti dei quali sono ora al potere. Come ricorda Mons. Tlhagale “i sudafricani soffrono una perdita di memoria. Quelli che oggi si trovano in posizioni di comando sono stati in esilio e hanno goduto dell'ospitalità loro offerta. Erano soliti condannare gli abusi dell'apartheid, ma ora c'è un silenzio assordante riguardo l'afrofobia nel loro stesso Paese”.
“Ci fu un tempo in cui i sudafricani acclamarono diversi leader africani: Nkrumah, Lumumba, Haile-Selassie, Kaunda, Nyerere, Machel, Nujoma, Kenyatta, persino Gheddafi. Oggi quell'adulazione è quasi scomparsa e le persone dei Paesi di questi leader non hanno il rispetto che meritano. I sudafricani hanno semplicemente dimenticato che un tempo godevano dell'ospitalità in altri Paesi”.
“A cosa serve avere una delle migliori Costituzioni del mondo ed essere incapaci di gestire questo apparentemente imminente, orribile, conflitto tra migranti e sudafricani? Dobbiamo bloccarlo prima che causi danni incalcolabili alla reputazione del Paese” conclude Mons. Tlhagale. (L.M.) (Agenzia Fides 6/6/2019)


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