ASIA/VIETNAM - L’Arcivescovo Dal Toso ai Vescovi vietnamiti: “una Chiesa con una vocazione speciale nell’evangelizzazione dell’Asia”

venerdì, 26 aprile 2019 giampietro dal toso   animazione missionaria   mese missionario straordinario   pontificie opere missionarie   chiese locali  

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L’Arcivescovo Dal Toso ai Vescovi vietnamiti: “una Chiesa con una vocazione speciale nell’evangelizzazione dell’Asia”

Hochiminh Ville (Agenzia Fides) – “Come possiamo definire le Pontificie Opere Missionarie (POM) con una frase? Sono una rete mondiale a servizio del Papa per sostenere la missione e le giovani Chiese con la preghiera e la carità. Il Papa stesso afferma che le POM sono importanti, ma poco conosciute. Probabilmente è così per molti di voi e sarebbe riduttivo considerarle solo per l'aspetto finanziario”. A ribadirlo è stato l’Arcivescovo Giampietro Dal Toso, Presidente delle Pontificie Opere Missionarie, parlando ieri alla Conferenza episcopale del Vietnam, dove si trova per incontrare gli operatori pastorali impegnati nell’animazione missionaria, in vista del Mese Missionario Straordinario dell’Ottobre 2019 (vedi Fides 25/4/2019).
Parlando ai Vescovi vietnamiti l’Arcivescovo ha espresso il suo pensiero su questa Chiesa locale, che ha “una vocazione speciale nell’evangelizzazione dell’Asia”: “Con i suoi viaggi in Asia anche Papa Francesco ci indica una strada, ma voi che siete qui avete una responsabilità speciale per realizzare il compito principale della Chiesa, che è il mandato missionario. Alla Chiesa in Vietnam, Dio ha affidato una responsabilità speciale in ordine all’evangelizzazione”.
Quindi Mons. Dal Toso si è soffermato sulla storia delle POM, definendole un grande strumento di evangelizzazione. “Le Pontificie Opere Missionarie, come sapete, sono 4. In ordine di nascita sono: l’Opera della Propagazione della Fede, l’Opera della Santa Infanzia, l’Opera di San Pietro Apostolo. Tutte sono nate in Francia nell’800. Considerando il numero significativo di istituti missionari nati in quel periodo, possiamo dire che la Francia di quell’epoca era caratterizzata da una particolare atmosfera di grande zelo missionario. Nella prima metà del secolo XIX la Francia ha vissuto un’epoca di santità. Nella sola Lione convivevano allora almeno tre santi, San Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, San Pierre Chanel, poi missionario e martire in Oceania, San Pierre Julien Eymard, fondatore dei padri Sacramentini. Ad essi si associò Pauline Jaricot, che speriamo presto beata, la fondatrice della prima Opera, l’Opera della Propagazione della Fede”. La quarta Opera, la Pontificia Unione Missionaria, ha visto la luce in Italia, fondata dal Beato padre Paolo Manna, missionario del PIME. “Non sarei corretto – ha aggiunto - se non parlassi di carisma, cioè di un dono dello Spirito santo. Le POM sono un carisma che Dio ha ispirato alla Chiesa, un dono suscitato dallo Spirito santo per venire incontro alle necessità della sua Chiesa. Non si spiegherebbe altrimenti la loro nascita e la loro immediata vitalità e diffusione”.
Dopo aver brevemente illustrato la storia di ogni Opera, l’Arcivescovo ha ricordato la ricorrenza del centenario della Lettera Maximum Illud di Papa Benedetto XV, in cui il Pontefice “fa una chiara distinzione tra l’azione colonizzatrice delle potenze europee e l’opera evangelizzatrice della Chiesa. Inoltre sottolinea l’urgenza di formare un clero locale nei territori di missione. In quel documento Benedetto XV menziona già l’importanza delle Pontificie Opere Missionarie come strumento per la missione”.
Il Presidente delle POM ha quindi rilevato come, da allora, il Magistero sulla missione abbia sempre fatto riferimento alle Pontificie Opere Missionarie. Tra tutti i testi ha citato il decreto conciliare Ad gentes, che, al numero 38, trattando dei doveri del Vescovo riguardo alla missione universale, afferma che a lui spetta tra l’altro di “spronare e sostenere le congregazioni diocesane perché si assumano la loro parte nelle missioni; promuovere le opere degli istituti missionari in seno ai suoi fedeli, specialmente le Pontificie Opere Missionarie. A queste opere infatti deve essere giustamente riservato il primo posto, perché costituiscono altrettanti mezzi sia per infondere nei cattolici, fin dalla più tenera età, uno spirito veramente universale e missionario, sia per favorire una adeguata raccolta di sussidi a vantaggio di tutte le missioni e secondo le necessità di ciascuna” (AG 38).
Soffermandosi sull’orizzonte teologico delle POM, l’Arcivescovo Dal Toso ha affrontato due temi importanti: Chiesa locale e Chiesa universale, il rapporto tra fede e missio ad gentes. Riguardo a quest’ultimo, ha ribadito: “Tutti sappiamo che la dimensione missionaria sta molto a cuore al nostro Pontefice. Direi però ancora di più: in diverse occasioni il Papa ha sottolineato che l’azione missionaria è paradigmatica per ogni attività della Chiesa (cfr. EG 15). Tutto questo non è nuovo, perché già il Concilio Vaticano II e i Papi che sono seguiti, hanno ribadito la natura missionaria della Chiesa. Il termine ‘natura’ evidentemente non si riferisce semplicemente ad una dimensione, ma all’essenza della Chiesa: se non è missionaria, la Chiesa perde la sua identità”.
Il Presidente delle POM ha quindi richiamato i principali compiti delle Direzioni nazionali delle POM, tra i quali ha messo in risalto quelli di “mantenere vivo lo spirito missionario nella Chiesa attraverso l'animazione missionaria”; “incentivare la preghiera per le missioni”; curare la formazione missionaria, in collaborazione con i Segretariati internazionali di Roma, per offrire opportunità formative a sacerdoti, religiosi, religiose e laici impegnati nella missione.
Nella seconda parte del suo intervento, Mons. Dal Toso ha parlato del Mese Missionario Straordinario dell’Ottobre 2019, definendolo “una occasione straordinaria anche per le vostre Chiese per rinnovare lo zelo missionario, che è anche il grande obiettivo delle Pontificie Opere Missionarie”. Ha quindi tracciato la genesi storica di questa iniziativa, annunciata da Papa Francesco all’Angelus della Giornata Missionaria Mondiale del 2017 e affidata con una lettera al Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (CEP), Card. Fernando Filoni. Sono seguite due lettere del Card. Filoni, ai Vescovi di tutto il mondo, ai Superiori degli istituti religiosi, ai leader dei movimenti ecclesiali e ai rettori dei seminari maggiori sotto la giurisdizione della CEP. “L’intenzione che ha guidato gli organizzatori – ha precisato Mons. Dal Toso - è stata quella di promuovere delle iniziative dalla base, per non imporre dall’alto dei progetti già confezionati, ma che probabilmente poco si adattano alla realtà locale”.
Sulla linea del Concilio, che ha ricondotto la missio ad gentes alla responsabilità di ogni battezzato, la scelta del tema del prossimo Mese Missionario Straordinario è “Battezzati e inviati. La Chiesa di Cristo in missione nel mondo”. “Battezzati e inviati: nel battesimo abbiamo ricevuto la vita divina e grazie ad esso siamo profeti, cioè annunciatori del mistero di Cristo, da Lui inviati” ha spiegato l’Arcivescovo. “Preghiera, testimonianza, formazione missionaria e carità possono essere le strade concrete perché ogni battezzato possa esprimere il suo essere profeta grazie al battesimo”. Fornendo infine alcuni spunti di ordine pratico, Mons. Dal Toso ha rimandato al sito www.october2019.va dove si possono trovare indicazioni e materiale per l’animazione. (SL) (Agenzia Fides 26/4/2019)


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