AMERICA/MESSICO - In Messico è finita la solidarietà verso i migranti?

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In Messico è finita la solidarietà verso i migranti?

Chiapas (Agenzia Fides) – Sono tante le testimonianze dei migranti centroamericani che attraversano il sud del Messico verso gli Stati Uniti, che raccontano quanto accaduto martedì scorso, 23 aprile, quando sono riusciti a sfuggire alla polizia, passando sotto i recinti di filo spinato e dirigendosi verso la campagna per trascorrere la notte tra gli alberi, dopo che più di 400 persone erano state arrestate in una retata mai vista prima nella zona sud del Messico.
Uno dei pochi gruppi che è riuscito a salvarsi è stato quello che si era nascosto nella chiesa di Tonalá, in Chiapas. L'operazione della polizia ha praticamente disperso la carovana di circa 3 mila migranti, in maggioranza provenienti dall’Honduras. Molti di loro sono fuggiti sulle colline, altri si sono rifugiati nelle chiese o sono saliti sui treni merci. Pochi si sono avventurati sulle strade, sapendo di decine di poliziotti che le pattugliavano e dei posti di blocco. "Ci hanno dato la caccia" era la frase che tanti di loro riferivano alla ricerca di qualcosa da mangiare nelle piccole cittadine del sud del Messico.
Quando la notizia è arrivata alla stampa nazionale, il presidente Andrés Manuel López Obrador non ha offerto dettagli sull'operazione, ma ha riconosciuto che il governo non consente ai migranti di andare semplicemente “dove vogliono”. Ha negato di adottare una politica severa e ha affermato che il controllo dei migranti è per la loro sicurezza, perché ci sono trafficanti di persone infiltrate tra loro. "Non vogliamo che abbiano libero passaggio - ha detto López Obrador -, non solo per ragioni legali, ma per ragioni di sicurezza".
Il direttore dell'Istituto Nazionale della Migrazione (INM), Tonatiuh Guillén, ha dichiarato che si è trattato di una normale operazione e che il Messico ha espulso finora in questo mese 11.800 migranti. Adesso il paese è più selettivo nel concedere visti umanitari, che permettono ai migranti di rimanere e lavorare nel paese. Il Segretario degli Interni, Olga Sánchez Cordero, ha informato che i migranti arrestati questa settimana hanno rifiutato di registrarsi per ottenere un visto regionale, che avrebbe permesso loro di rimanere nel sud del paese.
Secondo la stampa internazionale, il presidente degli Stati Uniti Donad Trump ha aumentato la pressione dell'opinione pubblica nei confronti del Messico perché faccia di più per tagliare il flusso dei centroamericani che attraversano il suo territorio. López Obrador ha ripetuto che il suo governo non ha cambiato posizione riguardo alla politica dell'immigrazione: se negli ultimi mesi il Messico ha espulso migliaia di migranti, ha anche rilasciato più di 15.000 visti umanitari che consentono loro di soggiornare e lavorare nel paese.
Dinanzi questa situazione che si vive nel sud del Messico, la Chiesa cattolica si impegna sempre di più a favore di questi gruppi vulnerabili. Così appare nella relazione fatta da Mons. Alfonso Miranda Guardiola, Vescovo ausiliare di Monterrey e Segretario generale della Conferenza Episcopale Messicana (CEM), alla Camera dei Deputati messicani il giorno 23 aprile (vedi Fides 24/04/2019).
Secondo le informazioni pervenute a Fides, se in un primo tempo la popolazione del Chiapas si era dimostrata solidale verso le carovane dei migranti centroamericani, cosa che non rientrava storicamente nel loro modo di vivere, adesso manifesta insofferenza verso la crescita della popolazione migrante che vive nelle sue strade, alla ricerca di cibo o denaro. Il sacerdote Heyman Vázquez, parroco di Huixtla, comune sul percorso dei migranti, non ha esitato a indicare i motivi per cui la solidarietà è diminuita: "Ciò è dovuto all'intensa campagna di discriminazione e xenofobia diffusa attraverso i social network e i media, che incolpano i migranti dell'insicurezza in Chiapas" ha spiegato ai giornali locali.
Secondo la nota pervenuta a Fides, i gruppi di migranti che riescono ad arrivare alla frontiera nord del Messico presentano una nuova particolarità: l’enorme quantità di bambini soli. Il numero di bambini di età inferiore ai 12 anni che cercano di attraversare il confine senza genitori o tutori è in aumento, con oltre 8.900 minori non accompagnati arrestati a marzo (negli USA), quasi il doppio rispetto a ottobre 2018.
(CE) (Agenzia Fides, 25/04/2019)


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