EUROPA/ITALIA - ASSEMBLEA NAZIONALE DELLE POM: LA CHIESA HA BISOGNO DI RESPONSABILI APPASSIONATI PER ANIMARE MISSIONARIAMENTE TUTTE LE REALTA’ PASTORALI

giovedì, 3 luglio 2003

Roma (Agenzia Fides) – 10.000 aderenti all’Opera per la Propagazione della Fede; 25.000 padrini e madrine che attraverso l’Opera di San Pietro apostolo sostengono la formazione di 5.000 seminaristi; oltre 5.000 associati alla Pontificia Unione Missionaria (di cui 106 Vescovi); ampiamente diffusa anche la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria; in crescita all’interno delle POM anche l’Opera Apostolica ed il Movimento Giovanile Missionario. Sono alcune cifre che indicano la consistenza delle Pontificie Opere Missionarie in Italia, fornite dal Direttore nazionale, Mons. Giuseppe Andreozzi, durante l’Assemblea nazionale che si sta svolgendo a Sassone Frattocchie (Roma) sull’identità dei responsabili laici a livello locale. “La questione non è quella di serrare le fila o del provare a contarsi” ha sottolineato mons. Andreozzi, ma è quella di “ripensare il nostro cammino di servizio alla Chiesa provando ad individuare strade nuove che, attraverso la presenza e l’azione delle Pontificie Opere Missionarie, conferiscano alla comunità ecclesiale una apertura missionaria universale grazie all’apporto di ogni suo componente”.
I lavori dell’Assemblea sono mirati a puntualizzare identità e ruolo dei responsabili laici delle POM a livello regionale, diocesano e parrocchiale: “Come dire che per far crescere la missionarietà delle nostre comunità cercheremo di dare attenzione insieme al servizio anche ai servitori – ha detto mons. Andreozzi -, insieme alla pastorale anche agli operatori pastorali, insieme alla missione anche a quanti hanno capito che essere battezzati significa vivere da missionari!”. Le tre coordinate su cui impostare un rinnovato servizio missionario nell’ambito delle POM sono state individuate nella laicità (Le POM sono depositarie di un carisma laicale che non può essere disatteso e che può arricchire la vita della Chiesa e della pastorale missionaria di precise responsabilità di ministerialità laicale); missionarietà (Un responsabile POM non è missionario solo perchè si occupa di missione. Più che quello che fa, in gioco c’è soprattutto quello che egli è: la sua capacità di ascolto, attenzione, condivisione, testimonianza, annuncio...); comunione (Vivere e promuovere a livello locale esperienze di comunione tra le persone, contribuendo a vincere l’uniformità anonima che può portare a perdere di vista il volto e le esigenze concrete delle persone). “E’ certo impressionante sapere che ancora oggi tre miliardi di persone non abbiano ancora neppure sentito parlare di Gesù – ha detto Mons. Andreozzi -. Ma è tanto più entusiasmante sapere che la missione è motivata e sostenuta dal più personale e profondo incontro con Lui: è il Signore!”. (S.L.) (Agenzia Fides 3/07/2003 – Righe:29 ; Parole 391)


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