AFRICA/ALGERIA - Servizio ai poveri, ai bambini e ai carcerati: la Caritas a fianco della popolazione

sabato, 9 marzo 2019 caritas   cristianesimo   minoranze religiose   carcerati  

Algeri (Agenzia Fides) - I cattolici in Algeria sono una comunità piccola (circa 8.000), ma sono una parte attiva e benvoluta della società. “Siamo pochi - osserva a Fides Graziella Rapacioli, segretaria generale di Caritas Algeria - la maggior parte dei quali stranieri (africani subsahariani ed europei) con una forte concentrazione nelle tre diocesi di Algeri, Orano e Costantine, che sono nella fascia mediterranea dell’Algeria. Nella quarta diocesi di Laghouat-Ghardaia, che è nel Sahara e copre la maggior parte del territorio algerino, la presenza della popolazione è ridotta così come la presenza dei cristiani, sebbene si cerchi di mantenere comunità su tutto il territorio, spesso con piccole e significative realtà di sacerdoti o di suore che vivono con la popolazione”.
Caritas Algeria lavora su più fronti. Con il suo spirito di essere espressione dell’amore di Cristo verso ogni uomo, ha progetti per la promozione della donna (con corsi di alfabetizzazioni, sessioni di formazione professionale, momenti di incontro, ecc.); promuove sostegno educativo ai bambini e ai giovani dalle scuole dell’infanzia all’università (con corsi di lingue, doposcuola, affiancamento per le tesi e i dottorati, ecc.); offre supporto alla popolazione anziana e alle famiglie per far fronte a problemi di patologie degenerative quali l’Alzheimer con l’apertura di centri diurni dove si prende in carico l’ammalato e si offre formazione e sostegno ai familiari.
Sul fronte delle popolazioni migranti, in arrivo dai Paesi del subsahara e con il sogno di arrivare in Europa, il lavoro della Caritas è intervenire sul piano della salute, dell’accoglienza quando lo stato di malattia o fragilità personale o familiare è molto alto, di aiutare il ritorno ai paesi di origine in collaborazione con l’OIM (agenzia dell’Onu per i migranti) o di aiutare l’integrazione in Algeria. Un lavoro molto importante di presenza e accompagnamento dei migranti è quello dei cappellani nelle prigioni. Questo lavoro di presenza nelle prigioni va avanti in accordo con il ministero di grazia e giustizia che nomina sacerdoti o suore cappellani delle prigioni e consente loro di visitare i prigionieri che ne fanno richiesta.
“Oggi – osserva Rapacioli – la popolazione, che è in maggioranza di fede islamica, vede in noi dei compagni di cammino che sanno offrire sostegno in modo attento e discreto. Ma, soprattutto, riconosce che noi operiamo in spirito di piena gratuità. Un aspetto, quest’ultimo, molto apprezzato. Sia le autorità sia le persone comuni hanno capito che noi vogliamo lavorare, insieme agli algerini, a favore di tutto il popolo algerino”. (EC) (Agenzia Fides 9/3/2019)


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