AFRICA/SOMALIA - Scontri tra “signori della guerra” per condizionare l’insediamento del governo somalo

mercoledì, 1 giugno 2005

Mogadiscio (Agenzia Fides)- Il governo somalo è intenzionato a ritornare dall’esilio nonostante le violenze degli ultimi giorni che hanno colpito la città di Baidoa, nel sud-ovest della Somalia, scelta come sede provvisoria del nuovo esecutivo. Lo ha annunciato un portavoce governativo dal Kenya dove al momento il governo somalo è insediato.
Gli scontri erano scoppiati il 27 maggio scorso quando una milizia guidata da un signore della guerra locale ha attaccato Baidoa. Successivamente, le milizie favorevoli al governo hanno cercato di riprendere la città e negli scontri sono morte almeno 15 persone e altre 20 sono rimaste ferite. “Il signore della guerra che ha attaccato la città è a capo di un sottoclan del gruppo che controlla Baidoa” dicono all’Agenzia Fides fonti locali. “Questo sottoclan è collegato al clan principale che controlla Mogadiscio, che vuole che il governo somalo si insedi nella capitale”.
“Con queste violenze si manda un messaggio preciso al governo:“dovete mettervi d’accordo con noi se volete insediarvi sul territorio somalo” commentano le nostre fonti.
Il governo somalo è guidato da Abdullahi Yusuf, eletto Presidente della Somalia il 10 ottobre 2004 a Nairobi (Kenya) dal Parlamento di transizione somalo (vedi Fides 12 ottobre 2004).
All’inizio di maggio, il Parlamento di transizione aveva approvato la mozione del governo che prevedeva di installare provvisoriamente le nuove istituzioni in due città di provincia, Jowhar (90 chilometri a nord di Mogadiscio) e Baidoa (250 chilometri a sud della capitale somala), perché Mogadiscio è ancora considerata insicura. Questa decisione è stata respinta da un gruppo di parlamentari, alcuni dei quali sono signori della guerra che controllano la capitale somale. Questi vogliono che l’esecutivo si installi a Mogadiscio in modo da poterne condizionare l’operato.
Dal gennaio 1991, da quando l’ex dittatore Siad Barre è stato rovesciato, lo stato somalo è collassato e il paese vive in un’anarchia profonda. Le milizie armate dei diversi clan e sottoclan si sono divisi il territori con la forza.
La Somalia è divisa attualmente in almeno 3 parti. Nel nord vi è la repubblica del “Somaliland”, dichiaratasi indipendente 11 anni fa, non riconosciuta dalla comunità internazionale. In questa area si è creata una certa stabilità, soprattutto nella parte centro occidentale. Nella parte nord-orientale, negli ultimi 3 o 4 anni si è creata una zona di relativa sicurezza che ha portato alla fondazione del “Puntland”. Si tratta di un’amministrazione locale provvisoria che non ha mire di indipendenza. La parte centro-sud, quella più abitata e potenzialmente più ricca, è la zona del paese che non era finora riuscita a esprimere un’amministrazione stabile.
Dopo diversi tentativi falliti, l’esecutivo guidato da Yusuf cerca di riunificare il paese con l’appoggio della comunità internazionale, che dovrebbe inviare una forza di pace, composta da militari africani, per stabilizzare la situazione. (L.M.) (Agenzia Fides 1/6/2005 righe 37 parole 473)


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