AFRICA/UGANDA - Servizi sanitari nella diocesi di Ankole, per curare e salvare la vita dei piccoli

sabato, 23 febbraio 2019 promozione umana   sviluppo   sanità   infanzia  

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Mbarara (Agenzia Fides) - Nel mondo, ogni anno, si registrano 9 mila nuovi casi di retinoblastoma, il tumore dell’occhio. Alta l’incidenza sui bambini in età pediatrica e, mentre nei Paesi ad alto reddito oltre il 90% dei bambini affetti da retinoblastoma sopravvive, nei Paesi del Sud del mondo il 70% muore perché non riceve una diagnosi precoce e cure tempestive. Si tratta di cifre impressionanti se si considera che sono vite umane. Per fare fronte a questa piaga, in Uganda, all’Ospedale Ruharo, la diocesi di Ankole insieme a CBM Italia Onlus ha lanciato un programma nazionale di prevenzione e cura del retinoblastoma. La diocesi di Ankole, fondata nel 1957 a Ruharo, a 3 km da Mbarara, oltre ad assicurare le attività pastorali e di culto, promuove servizi sanitari, educativi e di assistenza sociale per gli abitanti di Mbarara, Ibanda, Isingiro e Ntungamo. In tale cornice di impegno nella carità, espressione del Vangelo, si inserisce l’assistenza ai più piccoli, per salvare le loro vite.
“In Uganda, il nostro obiettivo prioritario è ridurre la mortalità dei bambini colpiti da retinoblastoma salvando la loro vista e la loro vita. Non è facile, la tempestività in questi casi è fondamentale per evitare che la malattia si diffonda ulteriormente. Quando diagnosticato precocemente e trattato in modo efficace, il retinoblastoma infantile infatti è curabile”, dichiara al’Agenzia Fides Massimo Maggio, Direttore di CBM Italia Onlus.
Il programma, avviato nel 2006 presso il Ruharo Eye Centre a Mbarara, nella parte sud occidentale dell’Uganda, favorisce l’accesso alle cure mediche ai bambini offrendo loro un trattamento completo: dall’identificazione al trattamento con chemioterapia o chirurgia; dalla riabilitazione con protesi oculari ai controlli di breve e lungo termine.
Il 72% della popolazione ugandese vive nelle zone rurali più povere e isolate, dove non ci sono ospedali. Tantissimi bambini colpiti da retinoblastoma, a causa della povertà e dell’isolamento, non ricevono una diagnosi tempestiva e arrivano negli ospedali quando ormai è troppo tardi, quando il tumore è diventato incurabile. Su 270 bambini trattati, dal 2006 al 2013, i risultati evidenziano la riduzione della mortalità del 37% e un aumento della percentuale di bambini che hanno mantenuto la vista dopo la terapia dal 15 al 77%. (AP) (23/2/2019 Agenzia Fides)


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