ASIA/KYRGYZSTAN - Una popolazione alla ricerca di Cristo

sabato, 9 febbraio 2019 fede   missione   sacerdoti   sacramenti   evangelizzazione   gesuiti  

I due Gesuiti O. Krzysztof Korolczuk SJ (a sinistra ) e Damian Wojciechowski SJ (A destra)

Bishkek (Agenzia Fides) - “Tre anni fa una donna polacca che viveva a Dzanydzer iniziò a cercare un prete cattolico in Kirghizistan. Scoprì che a circa 50 chilometri, nella capitale Bishkek, c'era una parrocchia, e si mise in contatto con il sacerdote, che si recò in visita nel villaggio. Oggi a Dzanydzer ci sono più di 30 persone che frequentano abitualmente la santa messa. Allo stesso modo, sette anni fa, due sacerdoti Gesuiti stavano parlando dell’opera di evangelizzazione in Kirghizistan. In quel momento arrivarono due ragazze in cerca di un prete per confessare la loro anziana nonna sul letto di morte a Iwanowka, un villaggio lontano dalla città. Qui attualmente è stata già creata la terza parrocchia. Situazioni simili si sono verificate in tutto il Kirghizistan: la visita di un solo sacerdote presso una famiglia o una persona anziana ha portato alla nascita di molte piccole parrocchie.
La gente in questo paese è alla ricerca di Cristo!”. E’ quanto racconta all’Agenzia Fides p. Damian Wojciechowski, Gesuita missionario in Kirghizistan, spiegando come, oltre alla parrocchia di Bishkek, i missionari siano impegnati nella cura di circa 30 gruppi di battezzati distribuiti in tutto il paese: “Vi sono poche decine di persone per ogni comunità, ma si tratta di fedeli che ch vivono una profonda fede. La più lontana e difficile da raggiungere è quella di Jalalabad, che si trova al di là di montagne alte quasi 5,000 metri e spesso impossibili da scalare. I parrocchiani sono per lo più polacchi, ma anche russi, tedeschi, coreani e kirghisi stessi. Molti di loro sono anziani e poveri, ma ci sono anche molti giovani e bambini”.
Il cristianesimo arrivò in Kirghizistan nell'alto medioevo, con i nestoriani: “I loro monasteri sono ancora visibili lungo la Via della seta, dalla Cina all'Europa. Nel Quattordicesimo e Quindicesimo secolo, i missionari francescani iniziarono un’opera di evangelizzazione con le popolazioni locali. Negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, decine di migliaia di cattolici furono deportati in Kirghizistan dal regime sovietico. La prima parrocchia legalmente riconosciuta fu fondata negli anni sessanta. Dalla fine degli anni Ottanta, i Gesuiti hanno iniziato a prendersi cura dei cattolici in questo paese. Al momento, in Kirghizistan si contano 13 missionari, tra i quali anche alcune suore”.
Nel 1997, Giovanni Paolo II vi fondò una Missione sui iuris, come avvenne per gli stati limitrofi dell’Asia Centrale. Nel 2006, Benedetto XVI elevò la circoscrizione al rango di amministrazione apostolica. La popolazione si avvicina a 5 milioni, con un mix di Kirghizistan, uzbeki, russi, uiguri, dungani, tedeschi, ucraini, kurdi, tadjik, turchi e polacchi - per un totale di circa 100 nazionalità. Secondo dati forniti dal governo kirghiso, il 90% della popolazione è musulmana, la stragrande maggioranza dei quali è sunnita. Il 7% della popolazione è di fede cristiana, di cui il 3% di confessione ortodossa. Ebrei, buddisti e altre piccole minoranze costituiscono il 3% circa della popolazione. (LF) (Agenzia Fides 9/2/2019)


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