VATICANO - La Chiesa per i malati di lebbra: 610 lebbrosari nei cinque continenti

sabato, 26 gennaio 2019 lebbrosi  

Mondo e missione

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Secondo i dati dell’ultimo “Annuario Statistico della Chiesa”, la Chiesa cattolica gestisce nel mondo 610 lebbrosari. Questa la ripartizione per continente: in Africa 192, in America 55 (totale), in Asia 352, in Europa 10 e in Oceania 1. Le nazioni che ospitano il maggior numero di lebbrosari sono: in Africa: Repubblica Democratica del Congo (30), Madagascar (25), Kenya (21); in America del Nord: Stati Uniti (2); in America centrale: Messico (9); in America centrale-Antille: Haiti (4); in America del Sud: Brasile (19); in Asia: India (243), Indonesia (63), Vietnam (13); in Oceania: Papua Nuova Guinea (1); in Europa: Germania (6), Polonia (2).
La Chiesa missionaria ha una lunga tradizione di assistenza verso i malati di lebbra, spesso abbandonati anche dai loro familiari, ed ha sempre fornito loro, oltre alle cure mediche e all’assistenza spirituale, anche possibilità concrete di recupero e di reinserimento nella società. In molti paesi è ancora grave la discriminazione verso questi malati, per la presunta incurabilità della malattia e per le tremende mutilazioni che provoca.
Sono diversi i Santi missionari che hanno dedicato la vita ad alleviare le sofferenze dei malati di lebbra, come San Jozef Daamian De Veuster SSCC, universalmente conosciuto come l’Apostolo dei lebbrosi di Molokai, e santa Marianna Cope, O.S.F., che trascorse 35 anni a Molokai coadiuvando con altre consorelle l’opera di p. Damiano; o Santa Teresa di Calcutta, il beato Jan Beyzym, S.I., che svolse il suo ministero tra i lebbrosi del Madagascar, il venerabile Marcello Candia e Raoul Follereau, lo scrittore e giornalista francese cui si deve l’istituzione, nel 1954, della Giornata mondiale dei malati di lebbra, nell’ultima domenica di gennaio, quest’anno il 27 gennaio.
Secondo le informazioni diffuse dall’Aifo, Associazione italiana amici di Raoul Follereau, che promuove la celebrazione della Giornata con una serie di iniziative, la lebbra è ancora oggi un problema di salute pubblica in diversi paesi dove persistono condizioni socio economiche precarie che ne favoriscono la trasmissione. I dati pubblicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità alla fine di agosto 2018 mostrano che le persone diagnosticate nel 2017 sono state 210.671, di cui 82.922 donne (39,3%), 16.979 (8,05%) con meno di 15 anni e 12.189 (5,78%) con disabilità gravi. Al primo posto l’India (126.164), seguita dal Brasile (26.875) e dall’Indonesia (15.910), la cui somma corrisponde all’80,2 % del totale mondiale. Altri paesi con un numero significativo di persone colpite (superiore a 1.000) sono: Bangladesh, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Filippine, Madagascar, Myanmar, Mozambico, Nepal, Nigeria, Sri Lanka, Tanzania.
Dal 2016 l’International Leprosy Federation (ILEP), di cui Aifo è socio fondatore, sta promuovendo una campagna denominata “Triplo Zero”, a cui è associato uno specifico programma, in linea con quello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2016-2020), che si basa su tre pilastri operativi: interrompere la catena di trasmissione della malattia (Zero Trasmissione); prevenire le disabilità causate dalla malattia, focalizzando l’attenzione sui bambini (Zero Disabilità); promuovere e sostenere l’inclusione sociale delle persone colpite, eliminando le barriere politiche, sociali e culturali (Zero Discriminazione). (SL) (Agenzia Fides 26/01/2019)


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