AMERICA/PANAMA - Il Papa porta la GMG ai ragazzi in carcere: "Guardate l'orizzonte e dite 'ce la farò' perché avete un Padre che vi ama"

sabato, 26 gennaio 2019 giornata mondiale della gioventù   giovani   carcerati   papa francesco  

Vatican media

Pacora (Agenzia Fides) - "Il Papa ha parlato in modo molto semplice e profondo, e il messaggio forte che è giunto ai ragazzi è 'sì, si può'. Erano emozionati, sopresi. Alcuni piangevano". Lo racconta all'Agenzia Fides Ariel López, laico responsabile della preparazione catechetica e multidisciplinare dei 150 adolescenti e giovani (non tutti cattolici) del carcere minorile Las Garzas a Pacora che ieri hanno ricevuto la visita del Santo Padre.
Papa Francesco ha celebrato con loro una liturgia penitenziale ed ha amministrato la confessione. Era un suo desiderio, come ha affermato il portavoce vaticano Alessandro Gisotti: "Ha voluto avere un'attenzione speciale verso questi giovani che non possono uscire per partecipare alla GMG con i loro coetanei”. E la GMG è andata da loro. Il giorno prima avevano ricevuto la visita di due band che stanno animando il Festival dei Giovani e di quattro sacerdoti, con i quali hanno avuto una catechesi e partecipato alla messa. E’ stato anche consegnato loro il "kit del pellegrino".
L'incontro con il Santo Padre è cominciato con la toccante testimonianza di un giovane carcerato. Poi, dopo la lettura di un testo biblico tratto dal Vangelo di Luca, il Pontefice, ispirato dalle parabole della pecorella smarrita, della dracma perduta e del figliol prodigo, ha parlato dell'atteggiamento di chi si scandalizzava di Gesù perché accoglieva e mangiava con i peccatori (la stigmatizzazione divide ed esclude per assicurare il quieto vivere della gente "perbene") e, per contrasto, della misericordia del Padre e dell'atteggiamento del Signore, che "si avvicina ai peccatori", "mette in gioco la sua reputazione e invita sempre a guardare un orizzonte capace di rinnovare la vita". "Tutti, tutti noi qui siamo peccatori" ha ricordato. "E se qualcuno qui non si sente peccatore, sappia che Gesù non lo riceverà, e si perderà il meglio".
Ha poi invitato i ragazzi a non fare caso alla voce interiore che dice "tu non ce la farai", perchè "ognuno di noi è molto di più degli aggettivi che vogliono darci e delle condanne" e perchè Gesù ci viene a cercare, come ha fatto con gli apostoli, che l'hanno abbandonato o tradito. "È andato a cercarli a uno a uno, e sono quelli che hanno cambiato il mondo". Nessuno di loro ha mai pensato “non ce la farai”, "perché hanno visto l’amore di Gesù dopo il tradimento" e hanno capito che lui avrebbe dato loro forza. Francesco ha spronato i giovani detenuti a "cercare aiuto per percorrere le vie del superamento" mossi dallo sguardo personale di Gesù. La gioia e la speranza cristiana nascono "dall’aver sperimentato questo sguardo di Dio che ci dice: 'tu fai parte della mia famiglia e non posso abbandonarti alle intemperie'”. "Fratelli, voi fate parte della famiglia", ha concluso accoratamente, "aiutateci a sapere qual è il modo migliore per vivere e accompagnare il processo di trasformazione di cui, come famiglia, tutti abbiamo bisogno".
Poi 12 giovani si sono confessati. Tre di loro, con lo stesso Santo Padre. Il catechista Ariel López, direttore di un centro di prevenzione e cura della tossicodipendenza giovanile, sottolinea che il concetto di Francesco che è rimasto "stampato in tutti" è il seguente: "Tutti abbiamo un orizzonte. Tutti" ha detto il Santo Padre. Ed ha proseguito: "Qualcuno può dire: 'Io non ce l’ho'. Apri la finestra, la finestra del tuo cuore, la finestra dell’amore che è Gesù, e lo troverai!". López è sorpreso della "grande pace e tranquillità che il Papa trasmette quando parla, quando cammina..." che lui stesso ha sentito e che ha constatato nei ragazzi. Dopo la cerimonia, a sette di loro è stata notificata la libertà vigilata. Tra di loro anche Luis, il ventunenne che ha raccontato la sua storia al Santo Padre. (SM) (Agenzia Fides 26.01.2019)


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