ASIA/INDIA - Appello di un Vescovo al governo per la protezione della libertà di fede

venerdì, 27 maggio 2005

New Delhi (Agenzia Fides) - La libertà di fede è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano, è sancito nella Costituzione indiana, è alla base di una nazione pluralistica come l’India: per questo è un bene supremo che il governo indiano è tenuto a tutelare e difendere con ogni mezzo, contrastando efficacemente i tentativi di gruppi integralisti, di qualsiasi matrice, che vorrebbero intaccare o eliminare questa prerogativa di ogni cittadino. Lo afferma in un intervento inviato a Fides Mons. Joseph, Powathil, Arcivescovo di Changanasserry, nello stato del Kerala, in India Sud-occidentale. La diocesi appartiene alla Chiesa siro-malabarese, una delle tre comunità cattoliche presenti in India, accanto a quelle di rito Latino e siro-malankarese.
L’Arcivescovo ha sottolineato il grande contributo che la comunità cattolica ha dato in passato, e continua a dare oggi, per la costruzione della nazione indiana, specialmente nel settore dell’istruzione, rammentando che tutti gli istituti di istruzione cattolici sono stati pionieri nel far accedere alla cultura gli stati meno abbienti della società.
Anche il Papa, ha detto l’Arcivescovo - ha ricordato come “la Chiesa Cattolica in India ha promosso in modo costante la dignità di ogni persona umana ed il corrispondete diritto di tutti i popoli alla libertà religiosa”.
Nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1999, il Santo Padre, parlando diffusamente della libertà religiosa, ha sottolineato: “La religione esprime le aspirazioni più profonde della persona umana, ne determina la visione del mondo, ne guida il rapporto con gli altri: offre, in fondo, la risposta alla questione del vero significato dell'esistenza nell'ambito sia personale che sociale. La libertà religiosa costituisce, pertanto, il cuore stesso dei diritti umani. Essa è talmente inviolabile da esigere che alla persona sia riconosciuta la libertà persino di cambiare religione, se la sua coscienza lo domanda”.
In alcuni stati dell’India esistono leggi che di fatto ledono il diritto alla libertà religiosa. Queste leggi mentre ufficialmente proibiscono le conversioni religiose con la forza, con la frode o dietro compenso, mettono un carico pesante sulle persone che vogliono convertirsi e sul ministro religioso impegnato nella conversione, come il permesso previo delle autorità civili, la testimonianza di una genuina volontà di conversione, etc. Spesso è l’applicazione a livello popolare a creare problemi: taluni funzionari spesso usano la legge come occasione per opprimere le persone, saldare vecchi conti, creare difficoltà alla Chiesa”. L’educazione per i diritti umani e la libertà religiosa da parte della Chiesa - ha concluso l’Arcivescovo - deve diventare una priorità, parte della sua missione di evangelizzazione
(PA) (Agenzia Fides 27/5/2005 righe 34 parole 325)


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