AMERICA/COLOMBIA - Amazzonia: con la voce degli indigeni si conclude il cammino pre-sinodale

sabato, 10 novembre 2018 indigeni   sinodo dei vescovi   amazzonia   evangelizzazione   inculturazione  

Puerto Inírida (Agenzia Fides) - Una riflessione profonda, un dialogo aperto tra le autorità indigene e gli otto Vescovi presenti, ha permesso di capire meglio le necessità di evangelizzazione dei popoli nativi e di avanzare proposte al riguardo. È quanto afferma, in un dialogo con l'Agenzia Fides, Elena Gómez, della Caritas colombiana, tirando le fila dopo l'ultima delle tre assemblee colombiane in preparazione al Sinodo dei Vescovi 2019 per l'Amazzonia, tenutasi a Puerto Inírida.
“I leader indigeni dicevano: Da tanto tempo aspettavamo un incontro come questo, perché avevamo bisogno di dire alla Chiesa che vogliamo essere evangelizzati tenendo in conto le nostre culture” riferisce Gómez. L'assemblea ha affrontato 34 quesiti proposti dal Consiglio sinodale secondo il metodo “osservare, discernere ed agire”. Le risposte hanno tratteggiato il punto della situazione, una memoria della presenza della Chiesa e del suo contributo nell'affrontare i problemi e il grido degli abitanti di un'area che va oltre la specificità geografica e “riguarda la Chiesa universale”.
Tre i temi trattati: “Identità e grida della Panamazzonia”; “Verso una conversione pastorale ed ecologica che parta dall'annuncio di Gesù Cristo nelle dimensioni biblico-teologica, sociale, ecologica, sacramentale e missionaria”; “Nuove strade per una Chiesa dal volto amazzonico”.
Riconosciuti i popoli indigeni come “primi interlocutori” da ascoltare, “la Chiesa riconosce la profonda spiritualità, totalmente radicata nella natura e nella terra, con la quale i popoli indigeni condividono la fede nell'unico Dio”, spiega Gómez. Le riflessioni condivise hanno condotto alla conclusione che spesso “l'inculturazione” è stata intesa in modo sbagliato. “Essa non significa vedere quali sono i segni della fede cristiana presenti nelle spiritualità ancestrali indigene, ma si tratta di un esercizio bidirezionale, affinché gli indigeni riconoscano che all'interno della loro spiritualità c'è il seme del Dio della fede cristiana, e la Chiesa, da parte sua, offra, a livello liturgico e teologico, uno spazio alle espressioni di questa spiritualità”.
Gómez spiega che “si è detto che occorre parlare di interculturalità”. La Chiesa amazzonica “avverte la necessità di uno spazio di discernimento, in base a un dialogo con gli indigeni, per avere una migliore comprensione della necessaria conversione teologica, pastorale, ecologica e liturgica, richiesta dalla Laudato Si”. Da qui la proposta di ampliare la partecipazione all'equipe “Formazione e metodi pastorali” non solo ai teologi ma anche a saggi e rappresentanti dei popoli indigeni. (SM) (Agenzia Fides 10.11.2018)


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