ASIA/INDIA - Processo a sette cristiani innocenti dell'Orissa: appello per il rilascio

martedì, 16 ottobre 2018 persecuzioni   giustizia   pace   legalità   cristianesimo   società civile  

New Delhi (Agenzia Fides) - Urge accelerare il processo giudiziario che vede imputati sette innocenti cristiani di Kandhamal, distretto nello stato indiano di Orissa. I sette sono in prigione per la falsa accusa di omicidio di Swami Laxmanananda Saraswati, il leader induista ucciso dai Maoisti nel 2008. E' quanto chiede la Commissione per le Minoranze, con sede a Delhi, che ha realizzato e pubblicato un film documentario in lingua hindi dal titolo "Kaid mein Bekasoor" (Innocenti in carcere). Come riferito all'Agenzia Fides, il documentario è stato prodotto dal giornalista Anto Akkara che guida tuttora una campagna per la liberazione dei sette innocenti.
"È scioccante sapere della situazione di questi innocenti che languono in carcere da 10 anni. Questo caso dovrebbe riguardare l'intera nazione", ha detto Zafarul-Islam Khan, Presidente della Commissione per le Minoranze. "Il nostro mandato è di parlare per i senza voce e le minoranze. La Commissione ha deciso di diffondere la consapevolezza della scioccante ingiustizia verso le minoranze cristiane", ha sottolineato.
"E' un peccato per la democrazia indiana e per il sistema giudiziario che i sette innocenti - sei dei quali analfabeti - siano in prigione per perpetuare una frode politica", ha lamentato il giornalista Akkara. Per relizzare l'opera, Akkara ha compiuto 27 viaggi in villaggi remoti della giungla di Kandhamal e ha scritto il libro "Chi ha ucciso Swami Laxmanananda?", ora tradotto nelle lingue hindi e malayalam.
Akkara ha rilanciato la campagna di firme online per il rilascio degli innocenti su www.release7innocents.com. Ogni firma su questo sito web genera quattro e-mail immediate destinate: al Presidente della Corte Suprema, al Presidente dell'India, al Presidente della Commissione Nazionale per i Diritti Umani e all'Alta Corte dell'Orissa.
"È ora che tutti si uniscano lottando per il diritto e per la giustizia e per un risarcimento adeguato per le vittime delle violenze anticristiane del 2008", ha detto padre Kulokant Dandasena, prete cattolico che lavora per i sopravvissuti a Kandhamal. "Sette innocenti in carcere sono una macchia per un paese laico e democratico come l'India" ha aggiunto.
"Stiamo portando avanti questo caso per risvegliare le minoranze e tutti i cittadini di fronte ad una palese ingiustizia verso persone innocenti", ha affermato suor Anastasia Gill, avvocato e membro della Commissione per le Minoranze. "Questo è il momento in cui tutte le minoranze devono unirsi e sfidare le forze che stanno cercando di polarizzare la nazione in nome della religione" ha concluso. (PN) (Agenzia Fides 16/10/2018)


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