ASIA/PAKISTAN - Le minoranze religiose al nuovo governo: “Tornare al Pakistan del fondatore Ali Jinnah”

giovedì, 20 settembre 2018 giustizia   libertà religiosa   discriminazione   minoranze religiose   diritti umani  

Karachi (Agenzia Fides) – Per la protezione e la tutela dei diritti delle minoranze religiose in Pakistan è urgente che il nuovo governo ispiri le sua politiche alla visione del fondatore del Pakistan, Muhammad Ali Jinnah, e al suo discorso dell’11 agosto 1947, in cui presentava la Costituzione della neonata nazione. Questo discorso dovrebbe diventare un “documento guida”, che orienta le leggi e le politiche del Paese: è quanto chiedono le minoranze religiose in Pakistan, ovvero quelle comunità non musulmane, composte per la maggior parte da indù, cristiani e sikh. Se ne è discusso nel recente seminario organizzato in due sessioni, a Karachi e a Lahore, dal “Centro per la giustizia sociale” (CSJ), in collaborazione con la Commissione "Giustizia e pace" della Conferenza episcopale cattolica (NCJP) e l'Organizzazione per la pace e lo sviluppo (DOP).
Nel seminario intitolato "Diritti delle minoranze: oltre le promesse”, il cattolico Peter Jacob, direttore del CSJ, rivolto a circa 200 partecipanti ha ricordato le parole di Mohammad Ali Jinnah nel suo discorso dell'11 agosto 1947: “Voi siete liberi. Liberi di andare nei vostri templi, nelle vostre moschee o in qualunque altro luogo di culto in questo Stato del Pakistan. Potrete appartenere a qualsiasi religione, casta o credo: questo non ha nulla che fare con gli affari dello Stato”.
Come appreso da Fides, Jacob ha detto: "Ricordando l'aspirazione alla democrazia multi-religiosa e inclusiva che si riflette nella bandiera nazionale del Pakistan e alle promesse fatte nel 1940 sul garantire i diritti delle minoranze, oggi rileviamo l'urgenza di includere le minoranze in tutti i livelli di governance e nei processi decisionali". Ha inoltre affermato: "Riconoscendo i diritti fondamentali enunciati nella Costituzione del Pakistan, i governi federali e provinciali dovrebbero adottare misure concrete per proteggere le minoranze religiose". Secondo Jacob, il nuovo governo deve approvare "una legge che definisca e punisca gli atti di discriminazione, in particolare sulla base della religione ", impegnandosi a “elaborare un piano di azione per promuovere la tolleranza religiosa e sociale”.
Tra gli interventi, Anthony Naveed, parlamentare cristiano dell'assemblea provinciale di Sindh, ha ricordato che “"Il Pakistan People's Party (PPP) promuove i diritti delle minoranze in Pakistan”, mentre Sheema Kirmani, attivista per i diritti delle donne, ha detto: "Abbiamo dimenticato la nostra cultura, le nostre tradizioni, i nostri valori. Siamo, prima di tutto, esseri umani: è questa la ragione per lavorare insieme per il miglioramento del nostro paese, abbandonando la discriminazione su base religiosa". Muqtida Mansoor, editorialista, ha ricordato due punti qualificanti della visione di Jinnah: “I diritti delle minoranze e l'autonomia provinciale”. Il Vescovo anglicano Alexander John Malik, vescovo emerito di Lahore, intervenendo all'assemblea, ha aggiunto: "Chi nega i diritti delle minoranze religiose che vivono in Pakistan tradisce la missione e la visione del fondatore della nazione Ali Jinnah. Siamo tutti pakistani; dovremmo opporci a quanti promuovono la discriminazione e l'intolleranza contro le minoranze religiose. Jinnah - ha ricordato - ha espresso il suo sogno di un Pakistan multireligioso e inclusivo, non certo riservato solo ai musulmani”. (AG) (Agenzia FIdes 20/9/2018)


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