AMERICA/NICARAGUA - Sacerdote aggredito e derubato da tre persone incappucciate, il clima è sempre teso

lunedì, 17 settembre 2018 situazione sociale   aree di crisi   chiese locali   violenza  

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mentre prima ignorava completamente le manifestazioni della popolazione, adesso compie atti di intimidazione passando casa per casa,

León (Agenzia Fides) – Un sacerdote nicaraguense è stato aggredito sabato 15 settembre da un gruppo di tre uomini incappucciati che sono entrati nella sua abitazione prima che celebrasse la prima Messa del mattino: lo ha riferito il portavoce della diocesi di León, nel nord-ovest del Nicaragua, in una nota pervenuta a Fides. Si tratta di don Abelardo Toval, parroco della parrocchia di Sutiava. I tre lo hanno malmenato e poi lo hanno legato e derubato. Il sacerdote risiede nella comunità indigena di Sutiava, nella città di León, 97 chilometri a nord-ovest di Managua, la capitale. La notizia dell’agressione è stata diffusa dal portavoce della diocesi, padre Víctor Morales.
Padre Morales non ha comunque collegato l'aggressione al sacerdote con la serie dei recenti attacchi che poliziotti e gruppi di uomini armati associati al governo hanno perpetrato contro altri sacerdoti e Vescovi del Nicaragua, nell’attuale crisi socio politica che il paese attraversa (vedi Fides 10/07/2018). In molte occasioni infatti il clero nicaraguense viene considerato un gruppo dell'opposizione contro il presidente Daniel Ortega, che accusa l'Episcopato di collaborare per un presunto "colpo di stato" (vedi Fides 21/07/2018). Diversi membri del clero e dell’Episcopato hanno subito aggressioni fisiche e verbali, oltre a minacce di morte, alcune chiese cattoliche sono state profanate (vedi Fides 10/09/2018).
Dallo scorso aprile, la crisi in Nicaragua ha superato largamente i 400 morti nelle manifestazioni di protesta, secondo le agenzie umanitarie locali e internazionali, mentre Ortega continua a negare ogni accusa. La popolazione nel frattempo continua a manifestare e a chiedere le dimissioni del presidente, da 11 anni al potere, e le elezioni anticipate.
Come riferiscono fonti di Fides, l'atteggiamento del governo è cambiato: mentre prima ignorava completamente le manifestazioni della popolazione, adesso compie atti di intimidazione passando casa per casa, cercando coloro che hanno manifestato contro il governo e fermandoli come prigionieri politici, anche se non hanno commesso alcun reato. Si tratta di studenti, professionisti, operai e perfino contadini che vengono considerati leader nei quartieri, nelle università o nei luoghi di lavoro.
(CE) (Agenzia Fides, 17/09/2018)


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