ASIA/INDIA - Lettera al Papa: "Dichiarare martiri le vittime dell'Orissa"

lunedì, 27 agosto 2018 persecuzioni   diritti umani   libertà religiosa   fede   evangelizzazione  

New Delhi (Agenzia FIdes) - I cattolici indiani scrivono al Papa Francesco chiedendo di accelerare il processo di dichiarare martiri le vittime della violenza che dieci anni fa trasformò il distretto di Kandhamal, nello stato indiano di Orissa, in un pogrom dove gruppi estremisti indù compirono una "pulizia etnica" dei cristiani locali.
Nel 10° anniversario di quella tragedia, una lettera è stata inviata al Papa, firmata da John Dayal, laico cattolico indiano, intellettuale ed ex presidente dell "All India Catholic Union", il più antico movimento laicale in Asia. Il testo della missiva riconosce "la forza della fede dei più poveri e vulnerabili della comunità", traendo da loro l'ispirazione per scrivere al Papa. Dopo l'antica evangelizzazione del subcontinente, i fedeli indiani "vivono nella sicurezza di un'India democratica e repubblicana in cui la Costituzione garantisce la libertà di fede. Dall'indipendenza, questa è stata una garanzia sufficiente. Abbiamo vissuto in pace", si legge nel testo giunto a Fides.
La lettera ricorda: "Ma ci sono stati momenti di trauma nella nostra storia. Negli anni della fine del XVIII secolo, il Sultano di Mysore, Tipu, fece prigionieri centomila cattolici della costa occidentale del Kerala e Mangalore. Un gran numero di loro morì di torture e malattie. Fino al 2008, quella fu la più grande violenza contro la comunità cattolica. E finora, le vittime non hanno ricevuto il riconoscimento che meritano".
Poi la tragedia: "Nel 2008 nel distretto di Kandhamal, nello stato di Orissa, abbiamo visto il secondo più grande pogrom contro i cristiani. È iniziato il 25 agosto 2008 e ha continuato per diverse settimane, guidato da bande di estremisti, complice lo Stato. Le cifre dei morti avrebbero potuto essere alte come quelle di 300 anni fa, ma la salvezza è stata offerta dalla fitta foresta che circondava villaggi e case".
Oltre 60.000 bambini, donne e uomini, vecchi, giovani, neonati e donne incinte, sono fuggiti nella foresta. Più tardi 30.000 di loro hanno vissuto un anno nei campi profughi sistemati dal governo. In oltre 400 villaggi c’è stata l’ epurazione dei cristiani, 6.000 case sono state distrutte, insieme a oltre 300 chiese e ogni istituto sociale costruito da ordini religiosi e suore. Sono state uccise 120 persone, tra cui padre Bernard Digal, prete dalit e tesoriere dell'Arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar, che include il distretto di Kandhamal. "Molti altri Pastori e predicatori laici cristiani hanno perso la vita, uccisi con la spada, il machete o il fuoco: hanno coraggiosamente affrontato la morte piuttosto che rinunciare alla loro fede. Molte donne sono state violentate, tra cui una suora".
"Dieci anni dopo, la maggior parte degli assassini sono liberi. Ci sono voluti anni di processi fino alla Corte Suprema dell'India per ottenere un risarcimento proporzionato e per ricostruire le loro case. Ma ricostruire vite è una questione diversa. Gli studenti hanno dovuto interrompere gli studi. I bambini soffrono di traumi. Le famiglie sono state distrutte e oggi non hanno mezzi di sostentamento".
Tuttavia "la loro forza d'animo e fede - prosegue la lettera - sono stati un faro spirituale per la comunità dei fedeli indiani. Crediamo che fede dei cristiani di Kandhamal debba essere riconosciuta nelle modalità con cui la Chiesa ha storicamente riconosciuto tale sacrificio. Abbiamo chiesto all'Arcivescovo Cuttack Bhubaneswar e ai Vescovi indiani che le vittime della violenza del 2008 siano riconosciute dalla Chiesa come Martiri della Fede. Questo è quello che sono. Il loro riconoscimento rafforzerà la fede del popolo indiano, specialmente in un momento come quello che stiamo attraversando".
Il testo conclude: "L'Arcivescovo di Cuttack Bhubaneswar ha formalmente avviato il processo. Preghiamo e chiediamo a Papa Francesco che il processo sia accelerato. Questo rinnoverà la fede di ciascuno di noi". (PN) (Agenzia Fides 27/8/2018)


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