AMERICA/VENEZUELA - I Vescovi: “urge una leadership politica che metta il popolo al centro delle sue riflessioni e azioni”

martedì, 17 luglio 2018 chiese locali   situazione sociale   politica   povertà  

CEV

Caracas (Agenzia Fides) – “La Chiesa, la cui missione spirituale è chiaramente indicata da Cristo nel Vangelo, non intende sostituire nel suo ruolo e nella sua vocazione coloro che conoscono e gestiscono la Politica. Non aspira a dominare il panorama sociale, né a diventare un fattore di governo o di opposizione. Tuttavia incoraggia i laici, debitamente istruiti e consapevoli dei diritti e dei doveri dei loro cittadini, a far sentire la loro voce e ad intervenire attivamente nell'arena politica, affinché anche gli alti principi e valori che la fede cristiana ci trasmette possano essere vissuti nell’ambito pubblico e tradursi in opere di interesse comune”. Lo scrive l’Episcopato del Venezuela, nell’esortazione intitolata “Non avere paura, io sono con te” (Is. 41,10), pubblicata al termine dell’Assemblea generale della Conferenza episcopale, celebrata dal 7 all’11 luglio, in cui i Vescovi hanno analizzato le principali questioni pastorali, rivolgendo lo sguardo anche sul paese e sulla “sua situazione particolare, che senza paura di sbagliare descriviamo come una ‘grande tribolazione’ (Ap 12, 7-12), che colpisce la vita dei venezuelani e compromette gravemente il loro futuro”.
Soffermandosi sulla situazione politica, il messaggio, pervenuto all’Agenzia Fides, afferma: “Il principale responsabile della crisi che stiamo attraversando è il governo nazionale, per mettere il suo progetto politico davanti a qualsiasi altra considerazione, compresa quella umanitaria; per le sue politiche finanziarie errate, per il suo disprezzo per l'attività produttiva e per la proprietà privata, per la sua costante attitudine a mettere ostacoli sulla via di coloro che sono disposti a risolvere alcuni aspetti del problema attuale. Il governo appare davanti al paese vittima di maneggi esterni e interni. Questo non è altro che la confessione della propria incapacità di gestire il paese”.
Come già evidenziato nella loro Dichiarazione del 23 aprile, la situazione è sempre più grave in tutti i settori della vita sociale, per questo i Vescovi scrivono: “È necessario dare la precedenza nell'azione del governo e delle istituzioni pubbliche e private, al cittadino, al venezuelano, all'uomo e alla donna reali che soffrono e patiscono i mali attuali e desiderano il loro superamento. Ignorare le persone, parlare in modo indebitamente nel loro nome, ridurre questo concetto a un pregiudizio politico o ideologico, sono le tentazioni dei regimi totalitari, che finiscono sempre con il disprezzare la dignità dell'essere umano”.
La consultazione elettorale di fine di maggio, nonostante le tante voci - compresa quella dei Vescovi - che mettevano in guardia sulla sua illegittimità, “è servita solo a prolungare il mandato dell'attuale sovrano. L'alta astensione, senza precedenti in un processo elettorale presidenziale, è un silenzioso messaggio di rifiuto, rivolto a coloro che cercano di imporre un'ideologia totalitaria, contro l'opinione della maggioranza della popolazione”.
L’esortazione reclama il rispetto della libertà fondamentale dei venezuelani di eleggere i propri governanti in una competizione elettorale trasparente, senza manipolazioni né favoritismi, e condanna “gli atteggiamenti di arroganza, autoritarismo e abuso di potere, come la costante violazione dei diritti umani”, avvertendo che “la Chiesa non incoraggia il desiderio di vendetta o rappresaglia, ma nemmeno promuove l'impunità per i crimini che minacciano la vita, la dignità umana e i diritti fondamentali”.
Quindi i Vescovi sottolineano: “C'è bisogno in Venezuela di una leadership politica che metta il popolo venezuelano al centro delle sue riflessioni e delle sue azioni, consapevole che al di là del controllo del potere, la politica è il lavoro di coloro che, mossi dalla nobiltà e dai principi etici, sappiano mettersi al servizio dei cittadini e non degli interessi meschini. I leader dell'opposizione devono offrire alle persone alternative di cambiamento e lavorare di più per il loro benessere”.
Viene quindi citato il drammatico fenomeno dell’emigrazione, per cui “il Venezuela sta diventando un paese in diaspora”, con menti e braccia costrette ad andare in altri paesi, dove si trovano ad affrontare altre situazioni drammatiche, alleviate solo dall’aiuto delle Chiese sorelle. I Vescovi ricordano: “la Parola di Dio ci assicura che Dio è sempre dalla parte del suo popolo, specialmente nelle sue ore più difficili… le prove, le delusioni e l'amarezza della vita non sono un segno del suo abbandono, ma possono anche essere un'opportunità di crescita e salvezza”. Nella parte finale i Vescovi esortano a continuare nell’opera di solidarietà verso i più bisognosi e a non perdere la speranza: “Non dobbiamo mai scoraggiarci di fronte alle sfide di un presente incerto e difficile: al contrario, ponendo la nostra fiducia in Dio, che ci dà la forza di testimoniare e fare del bene, rafforziamo le richieste a favore della giustizia e della libertà”. (SL) (Agenzia Fides 17/7/2018)


Condividi: