ASIA/MYANMAR - Conflitto nello stato Kachin: nuovo appello per la tregua

sabato, 16 giugno 2018 violenza   guerre   ong   chiese locali   diritti umani   rifugiati  

Yangon (Agenzia Fides) – In diverse parti dello Stato Kachin del Myanmar, stato birmano con popolazione a maggioranza cristiana, si è andato intensificando il conflitto tra l'Esercito birmano e il Kachin Indipendence Army (KIA): lo rileva in una nota inviata al'Agenzia Fides il "Jesuit Refugee Service", impegnato nell'assistenza dei profughi. Le Chiese locale e le organizzazioni non governative lanciano un forte appello per la fine delle ostilità e la ripresa dei dialoghi.
I partner del JRS nella regione continuano ad accompagnare gli sfollati interni in luoghi sicuri, organizzare varie attività per i bambini, fare visita alle famiglie da poco arrivate nei campi. Il JRS collabora inoltre alla valutazione delle necessità più immediate nelle aree con maggiore presenza di sfollati, tenendo in particolare conto le esigenze educative. Prima della ripresa delle ostilità, il JRS affiancava le organizzazioni partner che operavano nello stato Kachin offrendo servizi educativi nei campi per sfollati, facendosi carico delle tasse scolastiche degli studenti, fornendo materiale didattico, provvedendo agli stipendi degli insegnanti e alla loro formazione.
In segito ai pesanti bombardamenti di artiglieria e incursioni aeree da parte delle forze armate birmane, migliaia di civili – soprattutto donne e bambini – hanno abbandonato i loro villaggi. Dall'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (UNOCHA) si apprende che nel solo aprile di quest'anno sono state sfollate oltre 6.800 persone.
In totale, nei campi istituiti su tutto il territorio dello Stato Kachin, si contano oggi più di 100.000 sfollati interni.
Chiese locali, organizzazioni non profit, alcuni enti governativi, la Croce Rossa del Myanmar e donatori privati continuano a rispondere all'arrivo di sempre nuovi sfollati offrendo cibo e alloggio. Le donne in stato di gravidanza, i bambini e gli anziani sono tra le persone più vulnerabili. I genitori fuggiti con i propri figli si preoccupano per la loro istruzione, perché non è chiaro se ai bambini sfollati sarà consentito frequentare le scuole di stato nell'attuale luogo di residenza. (PA) (Agenzia Fides 16/6/2018)


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