ASIA/LIBANO - Inaugurato il primo monumento a Papa Francesco in Medio Oriente

sabato, 17 marzo 2018 medio oriente   chiese orientali   papa francesco   islam   sciiti   dialogo   settarismi  

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Hadath (Agenzia Fides) – La prima statua dedicata a Papa Francesco in Libano e in tutto il Medio Oriente è stata inaugurata a Hadath, municipalità del distretto di Baabda, considerata parte dei sobborghi meridionali della capitale Beirut. L'iniziativa, sponsorizzata dal sindaco George Aoun, vuole essere un segno per incoraggiare i cristiani locali a cogliere l'importanza e la fecondità della presenza in Medio Oriente, nel segno della convivenza con le diverse comunità religiose e nell'orizzonte di una comune cittadinanza.
L'inaugurazione della statua – che è stata presentata dagli oratori come la prima dedicata a Papa Francesco in tutto il Medio Oriente - è avvenuta alla presenza di autorità politiche e religiose mercoledì 14 marzo, giorno seguente al quinto anniversario dell'elezione pontificia di Jorge Mario Bergoglio. Durante l'evento, i presenti hanno potuto ascoltare alcuni discorsi proposti anche dall'Arcivescovo maronita Boulos Matar e da mons. Ivan Santus, segretario della Nunziatura apostolica a Beirut. Anche lo Sheikh Khalil Rizk, responsabile delle relazioni estere del partito sciita Hezbollah, ha preso parte all'evento.
Fonti locali, contattate dall'Agenzia Fides, rimarcano che la portata dell'evento va compresa alla luce dei problemi che in tempi recenti hanno messo alla prova la convivenza sociale e inter-religiosa proprio nell'area di Hadath. In quella zona si regista un crescente attivismo immobiliare da parte di esponenti della comunità sciita, che puntano a accaparrarsi terre e proprietà appartenenti a famiglie cristiane maronite. Non a caso – fanno notare le fonti contattate da Fides – la scritta che compare vicino alla statua di Papa Francesco riporta le parole con cui il Pontefice regnante ha invitato i cristiani mediorientali a rimanere nelle terre dove sono nati, per confessare la propria fede in Cristo e offrire nel Suo nome il proprio contributo alla convivenza pacifica in tutto il Medio Oriente.
In Libano sorgono periodicamente frizioni di carattere confessionale intorno al controllo di terre e proprietà immobiliari. Nell'autunno 2013, un pressante richiamo a frenare l'uso improprio di terre appartenenti ai cristiani per costruire abitazioni destinate ai musulmani venne lanciato da Talal al-Doueihy, leader del Movimento “Terra libanese, Terra nostra” (vedi Fides 15/10/2013). L'appello denunciava in particolare il caso di Al-Qaa, un villaggio cristiano nei pressi di Baalbek, nella cui area ampi appezzamenti di terra erano stati acquisiti da musulmani – sciiti e sunniti - come terreno agricolo, per poi essere destinati all'edificazione di complessi residenziali da vendere a libanesi e a profughi siriani appartenenti alla propria comunità religiosa. (GV) (Agenzia Fides 17/3/2018).


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