ASIA/PAKISTAN - Indicare la fede nei documenti ufficiali: un duro colpo per le minoranze religiose

lunedì, 12 marzo 2018 religione   cristianesimo   politica   società civile   minoranze religiose  

AG

Islamabad (Agenzia Fides) - L'Alta Corte di Islamabad ha stabilito che tutti i cittadini devono dichiarare la propria religione quando fanno richiesta di un impiego nella pubblica amministrazione o in qualsiasi documento ufficiale, nonché quando si deve prestare giuramento per il servizio civile, le forze armate o la magistratura. Il tribunale ha anche stabilito che quanti dissimulano la loro affiliazione religiosa saranno considerati colpevoli di “tradimento dello stato”.
Secondo i sostenitori dei diritti umani, questa mossa è un duro colpo per le minoranze religiose del paese. Infatti questa disposizione “creerà ulteriore pressione, ad esempio, sulla comunità degli Ahmadi, ai quali non è permesso chiamarsi musulmani o usare simboli islamici nelle loro pratiche religiose, crimine punibile tramite la legge sulla blasfemia del Pakistan”, nota all'Agenzia Fides l'Ong di ispirazione cristiana “Centre for Legal Aid, Assistance and Settlement” (CLAAS).
La sentenza è stata emessa dopo il ricorso presentato dal gruppo islamico Tehreek-e-Labaik, legato al possibile cambiamento della legge elettorale. Un emendamento proposto alla legge in vigore legge voleva infatti sostituire il giuramento religioso islamico, per ogni cittadino che assume una carica pubblica, con una semplice dichiarazione solenne. Quell'emendamento è stato poi abbandonato, ma il ricorso ha poi avuto un'altra conseguenza sul tema della dichiarazione della propria fede nella domanda per i posti di lavoro governativi.
Il cristiano Nasir Saeed, direttore di CLAAS, esprime la sua preoccupazione affermando che “nell'attuale contesto sociale in cui odio e intolleranza religiosa continuano a crescere, tale disposizione rende le minoranze religiose ulteriormente vulnerabili. Le minoranze religiose già soffrono a causa di leggi e politiche discriminatorie da parte del governo. Invece di adottare tali provvedimenti è necessario che il governo promuova l'armonia e la tolleranza religiosa, tutelando la sicurezza, la protezione e l'uguaglianza”.
Il cattolico Anjum James Paul, docente di scienze politiche in un istituto pubblico e presidente della "Pakistan Teachers Minorities Association" concorda dicendo a Fides: “Non vedo alcun bisogno di conoscere l'identità religiosa di un cittadino quando lavora nelle istituzioni pubbliche, in quanto lo stato garantisce diritti uguali a tutti, indipendentemente dalla loro fede”.
Il Ministero per gli Affari religiosi ha dichiarato che il requisito della dichiarazione di fede sui documenti ufficiali non intende danneggiare le minoranze religiose: "La dichiarazione non è destinata al pubblico, ma solo all'amministrazione e vuole facilitare l'accesso delle minoranze religiose all'istruzione e tutti i settori statali, nella logica di riservare il 5% dei posti disponibili”, ha detto Sajjad Qamar, portavoce del ministero. "Il governo e tutte le istituzioni statali sono impegnate a garantire la sicurezza di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro religione, casta o credo", ha affermato. (PA) (Agenzia Fides 12/3/2018)


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