AMERICA/PERU’ - La Chiesa di Lima combatte il narcotraffico tra i giovani

giovedì, 22 febbraio 2018

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Lima (Agenzia Fides) - Il traffico di droga non è una minaccia in più per la società, è quella principale. In Perù questa piaga muove cifre superiori ai 3 miliardi di dollari l'anno e "il problema cresce ogni giorno", dice all'Agenzia Fides Marilú de Cossio, fondatrice e presidente di "Mundo Libre", l'unica comunità terapeutica formale per i bambini di strada del Perù. In questa situazione, il punto più debole è la famiglia, dato che un terzo delle famiglie non ha una figura paterna. I delinquenti approfittano delle carenze affettive delle famiglie problematiche per coinvolgere i più giovani nella vendita di droghe, con precise strategie per penetrare nelle scuole e nei quartieri poveri e, quindi, conquistare nuovi consumatori.
Di fronte a questo scenario, l'Arcidiocesi di Lima si è attivata nella promozione della famiglia, che è il fondamento di ogni società. Il 20° Sinodo arcidiocesano di Lima, del 2015, ha proposto la creazione di “Centri di promozione e orientamento della famiglia e di difesa della vita” in ogni parrocchia, e oggi sono una realtà in molte di esse. Dalle conclusioni dell'ultimo Sinodo, il Card. Juan Luis Cipriani, Arcivescovo di Lima, ha sottolineato nella sua ultima Lettera pastorale: "è necessario avere una pastorale familiare organizzata in ogni parrocchia, per accompagnare i membri della famiglia in tutte le fasi della vita", facendo riecheggiare così la chiamata di Papa Francesco in “Amoris Laetitia” per una pastorale incentrata sul Vangelo della famiglia.
Marilú de Cossio, che da oltre 30 anni lavora nella riabilitazione e nel reinserimento dei bambini di strada, offrendo loro uno spazio ampio e confortevole, con la presenza di professionisti, attraverso trattamenti olistici, dice a Fides: "Per noi è importante recuperarli a livello spirituale, psichiatrico e psicologico. Il Vescovo di Lurín, Carlos García, ci manda ogni sabato seminaristi e catechisti a preparare i bambini per ricevere i sacramenti dell'iniziazione". Affermando poi che l'89% dei giovani che seguono il programma completo di riabilitazione superano questo problema, spiega: "Oggi sono amministratori di aziende, avvocati, meccanici, tecnici, tra gli altri. È vero che non tutti riescono a salvarsi, ma vale la pena fare ogni sforzo". Commenta quindi con soddisfazione che negli ultimi anni sono stati reinseriti 2.500 minori in situazione di abbandono.
Secondo la “Commissione nazionale per lo sviluppo e la vita senza droghe”, circa 70 mila persone all'anno iniziano il consumo di marijuana in Perù. Allo stesso modo, nell'ultimo rapporto del 2017 del Ministero della Salute, è stato rilevato con preoccupazione che il consumo di droghe tra i giovani da 19 a 24 anni è aumentato notevolmente tra il 2010 e il 2015. (D.B) (Agenzia Fides 22/02/2018)


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