ASIA/INDIA - La società civile: “Il governo fermi i crimini di odio contro le minoranze”

martedì, 30 gennaio 2018 minoranze religiose   libertà religiosa   minoranze etniche   diritti umani   società civile   cristianesimo   induismo   islam   libertà di coscienza   politica  

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Cattolici indiani in preghiera

New Delhi (Agenzia Fides) – “Profonda preoccupazione per i continui episodi di violenza insensata nel paese, specialmente quelli che prendono di mira le minoranze”, e anche “per la risposta debole delle forze dell'ordine e delle istituzioni”: è quanto esprime una Lettera aperta sulla violenza e la discriminazione contro le minoranze in India firmata e diramata da ampi settori della società civile, associazioni, funzionari pubblici, personalità del mondo della cultura e dell''università, della politica, editorialisti e intellettuali indiani.
Nel testo della missiva, inviata all'Agenzia Fides, si ricorda in primis l'uccisione di Mohammed Afrazul, un lavoratore migrante musulmano del Bengala occidentale ucciso in Rajasthan: “La registrazione del brutale atto su video e la diffusione sul web della giustificazione per l'omicidio tagliano le radici di una società inclusiva e pluralista che trae ispirazione dagli insegnamenti delle grandi tradizioni religiose” e “sono un indicatore di quanto sia profondo il veleno settario diffuso tra la popolazione di questo paese”.
Negli ultimi nove mesi - osserva la lettera - altri omicidi impuniti si sono registrati, alcuni sono un vero e proprio linciaggio a danno di cittadini musulmani. Gli esponenti del Bharatija Jatata Party, il partio al governo a livello federale in molti stati indiani, hanno detto che “se uno contrabbanda o macella una mucca, sarà ucciso”. “Un linguaggio simile – commentano i firmatari –è un aperto incitamento alla violenza, che lentamente avvelenando la politica e la società”.
“Oltre agli omicidi, siamo profondamente preoccupati di vedere l'accelerazione di un processo di ghettizzazione attraverso il rifiuto di vendere proprietà ai musulmani, o di averli come inquilini”, prosegue il testo. E le campagne sulla “jihad dell’amore” dei gruppi estremisti indù mostrano come si “interferisce nei diritti costituzionali dei cittadini di contrarre matrimonio con un partner di loro scelta”. “A dicembre – nota la lettera – si è registrata una crescente violenza sui cristiani, in occasione del Natale”.
La società civile indiana chiede “una risposta chiara e immediata da parte del primo ministro e del suo governo, per fermare gli autori di tali crimini di odio contro le minoranze religiose”.
“Questi recenti incidenti minano i nostri valori costituzionali e indeboliscono lo stato di diritto. Le leggi esistenti offrono una protezione adeguata se vengono attuate con la volontà e la determinazione necessarie. La sola protezione legale, tuttavia, non è una soluzione quando il virus dell’odio religioso si è già diffuso in lungo e in largo nella società”, nota il testo, rilanciando la necessità di un’opera di carattere culturale e educativo.
"È essenziale - conclude la lettera aperta - riflettere sulle attuali tendenze che minacciano la pace e la coesione del paese, prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo. E per tutti noi, soprattutto per quanti appartengono alla comunità religiosa maggioritaria, urge andare oltre la semplice riflessione e alzare la voce, opporsi e condannare pubblicamente la polarizzazione della società in base all'appartenenza religiosa". (PN-PA) (Agenzia Fides 30/1/2018)


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