New Delhi (Agenzia Fides) - "I cristiani indiani dovrebbero adorare la dea India e offrire riti indù nelle loro chiese o istituzioni?": è provocatoria la domanda sollevata dalla lettera aperta inviata ai Vescovi cattolici e alle autorità civili indiane dal prete cattolico p. Anand Muttungal, teologo, attivista dei dei diritti umani e ed esperto di comunicazione nella diocesi di Bhopal.
Il sacerdote ha avvertito il bisogno di scrivere una lettera aperta, inviata all'Agenzia Fides, per segnalare "lo stallo esistente con le organizzazioni indù, per la questione di compiere riti di adorazione alla Madre India nelle istituzioni cristiane". Il prete si riferisce al grave episodio in cui alcuni militanti delle organizzazioni estremiste indù hanno cercato nei giorni scorsi di forzare l'ingresso del St. Mary's Post Graduate College di Vidisha, istituto cattolico nella diocesi di Sagar, nello stato indiano di Madhya Pradesha, per compiere riti induisti all'interno del complesso (vedi Fides 4/1/2018).
Il rituale indù che volevano compiere è l' "Arati" (offerta e adorazione per mezzo dell luce) al "Bharat Mata", raffigurazione dell'India come una dea indù. La forma pittorica di "Bharat Mata" è divenuta il simbolo del nazionalismo indiano. E, come afferma il noto scrittore K.D. Menon, "la visione dell'India come Bharat Mata ha profonde implicazioni per la politica del nazionalismo indù". Essa comporta, infatti, "il dovere patriottico ma anche il dovere religioso di tutti gli indù di partecipare alla lotta nazionalista per difendere la nazione ". Oggi, nota p. Muttungal, i fondamentalisti indù considerano tutti coloro che non aderiscono a tali pratiche (come gli indiani di altre religioni) "nemici" e "anti-nazionali".
Il prete cattolico ricorda che "il concetto di Madre Terra è originario dalla cultura greca classica" ed è "al di sopra delle piccole ideologie". Anche nel mondo cattolico si lavora per "salvare la Madre Terra dal riscaldamento globale e dai cambiamenti climatici" . "Quindi non dobbiamo minare l'importanza del concetto di Madre Terra", come la chiama anche Francesco di Assisi, rimarca p. Anand.
Ricordando gli insegnamenti del Concilio Vaticano e quelli della successiva Conferenza cristiana dell'Asia orientale, tenutasi ad Hong Kong, p. Muttungal ricorda cinque punti utili per confessare la fede in Asia: le Chiese hanno la responsabilità di apprendere le culture, di interpretare le culture, di mediare con le culture, di creare valori culturali e quindi di appartenere alle culture.
Tuttavia "bisogna resistere a qualsiasi tentativo da parte delle organizzazioni estremiste indù di insistere sul fatto che dobbiamo adorare il quadro della dea India. Questa è una un'aggressione personale alla libertà di un credente e di tutti i credenti monoteisti", rileva il prete.
P. Muttungal ricorda che la Chiesa cattolica in India " ha introdotto vari valori culturali tipici indiani nelle chiese, nelle preghiere, nelle tuniche religiose e in tutte le aree possibili". E chiude con una proposta rivolta a liturgisti, teologi e missiologi: sviluppare una preghiera speciale che preghi per la Madre Terra come Bharat Mata. "Questo potrebbe aiutare la Chiesa a radicarsi ulteriormente nella nazione, evitando fraintendimenti". (PN) (Agenzia Fides 9/1/2018)