AFRICA/CONGO RD - Marcia repressa nel sangue; “Un serio attacco alla libertà di culto e di manifestazione” dice il Segretario Generale della CENCO

martedì, 2 gennaio 2018 violenza   persecuzioni  

Kinshasa (Agenzia Fides)- “Un serio attacco alla libertà di culto e di manifestazione” così don Donatien Nshole, Segretario Generale della CENCO (Conferenza Episcopale Nazionale Congolese) ha qualificato l’assalto alla manifestazione del 31 dicembre da parte della polizia. Don Nshole, che conferma l’arresto di alcuni preti, deplora la perdita di vite umane. “Siamo ancora più tristi perché ci troviamo in una situazione di tensione come alla fine del 2016, quando grazie all’ottimo lavoro era stato trovato un buon risultato. Bastava applicare l’accordo in buona fede per potere passare la fine dell'anno in modo pacifico” ha detto don Nshole, facendo riferimento all’accordo del 31 dicembre 2016, raggiunto con la mediazione dei Vescovi che doveva superare l’impasse creatasi per la mancata tenuta delle elezioni presidenziali, dopo che il 20 dicembre 2016 era scaduto il secondo e ultimo mandato del Presidente Joseph Kabila.
Proprio per chiedere, oltre l'effettiva attuazione di tutte le misure di distensione dell'Accordo di San Silvestro, una dichiarazione pubblica del Presidente Joseph Kabila che non si ricandiderà alla sua successione, i cattolici laici del Comité Laïc de Coordination (CLC) avevano organizzato domenica 31 dicembre la marcia pacifica, che era stata sostenuta da diversi partiti politici, i quali avevano invitando i loro simpatizzanti a parteciparvi.
Secondo quanto riferiscono all’Agenzia Fides diverse testimonianze raccolte a Kinshasa, dall'annuncio della marcia, che era stato notificato al governatore della città, erano state lanciate minacce di ogni genere contro la Chiesa cattolica e ai suoi fedeli. La notte del 30 dicembre, per esempio, verso le 9 di sera, persone non identificate hanno gettato gas lacrimogeni contro la parrocchia di Sainte Anne, nel centro della città.
Dall'alba di domenica 31 dicembre tutte le parrocchie della capitale sono state assediate dalla polizia e dai soldati armati, che hanno impedito ai fedeli di accedere alle chiese, o hanno permesso loro di entrare per disperderli alla fine della messa. “Ci hanno impedito di entrare nel complesso della parrocchia. Ci è voluto l’intervento degli agenti di MONUSCO (Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo) perché ci lasciassero entrare. Alcuni di noi però erano già tornati a casa. Non abbiamo nemmeno raggiunto un terzo del solito numero per questa Messa ", dice un fedele della parrocchia di Sainte Anne, al termine della messa delle 7.
Ogni tentativo di marciare è stato quindi represso con la violenza, facendo nella sola capitale almeno sette morti, diversi feriti e quasi 150 arresti tra cui alcuni sacerdoti secondo le fonti della MONUSCO. La polizia ha attaccato i fedeli che hanno osato iniziare la marcia e hanno anche profanato i luoghi di culto. Ad esempio nella parrocchia Saint Kizito Kingabwa in cui il sacerdote è stato linciato in sacrestia; in quella della Madonna di Fatima, dove un vicario è stato attaccato fisicamente nel cortile parrocchiale, dicono a Fides fonti ecclesiali. Nella Parrocchia di Saint Michel a Bandalungwa, dove Vital Kamerhe – un oppositore politico – stava partecipando alla messa, sono stati scagliati dei gas lacrimogeni durante la funzione religiosa.
Oltre che nella capitale, la marcia era stato organizzata, e poi repressa, in altre città come Bukavu, Goma, Kananga, e Lubumbashi. (M.P.B.) (L.M.) (Agenzia Fides 2/1/2017)


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