ASIA/PAKISTAN - Paura e insicurezza tra i cristiani non intaccano il fervore religioso

martedì, 2 gennaio 2018 minoranze religiose   persecuzioni   terrorismo   violenza   natale   pace   diritti umani   politica   islam politico   isis  

S.K.

Lahore (Agenzia Fides) - “La piccola minoranza dei cristiani in Pakistan ha celebrato il Natale e il passaggio del nuovo anno con fervore religioso. Nonostante i rischi per la sicurezza, dopo l'attacco terroristico a una chiesa metodista a Quetta il 17 dicembre, la devozione, la preghiera, lo spirito natalizio nella case e nelle chiese non è mancato, è sempre molto vivo”: lo dice all'Agenzia Fides Aftab Alexander Mughal, laico cattolico direttore della rivista "Minority Concern" che si occupa della tutela della minoranze religiose ed ex segretario esecutivo della Commissione "Giustizia e Pace" dei vescovi del Pakistan.
“L'attentato ha inviato un'onda d'urto e un messaggio sanguinoso ai cristiani vulnerabili che volevano solo celebrare la nascita di Gesù Cristo. i fedeli in tutto il paese hanno celebrato il Natale sotto stretta sorveglianza e sono stati prudenti, anche perchè, secondo alcuni rapporti diffusi dai media, i terroristi stavano progettando di attaccare più chiese", rimarca Mughal. Il Dipartimento antiterrorismo ha arrestato tre terroristi a Muzaffargarh, nel Punjab meridionale, il 22 dicembre, tutti e tre appartenenti all'ISIS, affermando che volevano condurre attacchi il giorno di Natale.
“Finora c'è stata poca protezione o preoccupazione dimostrata dal governo. Attualmente vi è una sensazione travolgente di insicurezza tra i cristiani pakistani, che si sentono sempre più insicuri. I cristiani sono una piccola minoranza tra la popolazione locale e gestiscono diverse istituzioni educative e sanitarie, impegnate a servire le comunità locali indipendentemente dalla fede e dall'etnia”, spiega Mughal.
“Lo stato sostiene che la spina dorsale delle organizzazioni terroriste è stata rotta attraverso varie operazioni anti-terrorismo. Tuttavia, rimane una domanda: come mai i terroristi sono ancora in grado di condurre attacchi in molte grandi città e aree ritenute sicure? Certamente, questo mostra i difetti nella politica di sicurezza, nonostante le operazioni militari in corso”, rileva il Direttore. Inoltre, molti esponenti politici continuano a negare la presenza dello Stato Islamico nel paese, mentre negli ultimi anni, l'organizzazione ha rivendicato la responsabilità di diversi attacchi sanguinosi.
E afferma: “La militanza continuerà a prosperare, tollerando quei predicatori che incitano alla violenza e promuovono l'incitamento all'odio, come abbiamo visto solo poche settimane fa durante le proteste di Faisalabad a Islamabad, capitale del Pakistan. L'odio porta alla radicalizzazione, al terrorismo. Dopo aver visitato la chiesa e i feriti di Quetta, membri cristiani e musulmani della Commissione consultiva interreligiosa hanno chiesto al governo di affrontare le cause profonde dell'intolleranza e dell'estremismo”.
“Il Pakistan soffre per numerosi attacchi terroristici fin dal 2001, ma le autorità pakistane hanno ampiamente ignorato le attività di alcuni gruppi confessionali, militanti e terroristi. Dal 2001, almeno 60.000 persone hanno perso la vita in Pakistan in seguito ad attacchi terroristi”, conclude.
I cristiani sono la seconda minoranza del paese e costituiscono il 2% della popolazione del paese. Circa l'80% dei cristiani pakistani vive nella provincia del Punjab e la maggior parte di essi è emarginata e ha un lavoro poco qualificato. (PA) (Agenzia Fides 2/1/2018)


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