AMERICA/HONDURAS - Il portavoce dei Vescovi: "Urge fermare l'ingiustizia e portare un soffio di speranza al popolo"

giovedì, 21 dicembre 2017 politica   elezioni   violenza   società civile   giustizia   corruzione  

H. T. L.

Manifestazioni di piazza

Tegucigalpa (Agenzia Fides) - "Nella crisi in corso, sono state palesemente ignorate le raccomandazioni della Conferenza episcopale e della società civile sul tema della legge elettorale e del rispetto della Costituzione", dice all'Agenzia Fides padre Juan Angel Lopez, portavoce della Conferenza Episcopale dell'Honduras commentando l'attuale situazione nel paese dopo le irregolarità registrate nelle elezioni del 26 novembre (vedi Fides 27/10/2017). Le ultime settimane in Honduras sono state caratterizzate da massicce mobilitazioni di popolo, in cui ci sono stati morti, feriti e centinaia di detenuti. La popolazione accusa il governo di frode elettorale e di essersi perfino "associato al crimine organizzato".
"In Honduras stiamo raccogliendo i cattivi frutti di una gestione non corretta del bene pubblico", nota p. Lopez, rilevando il deterioramento del sistema repubblicano honduregno negli ultimi anni. "La crisi - osserva - potrebbe avere uno sbocco e una soluzione molto diversa da quanto accade ora (scontri, violenza, forti componenti di manipolazioni ideologiche) se, invece di cercare di controllare il potere politico, si fosse scelta l'opzione di costituirlo legittimamente e di rispettarlo come tali".
Il sospetto di brogli elettorali riguarda oltre la metà del conteggio dei voti a livello nazionale: mentre si sapeva che l'opposizione era in vantaggio, si è verificata un'interruzione dell'energia elettrica che ha causato il "crash" nel sistema informatico del conteggio dei voti. Dopo che il conteggio è ripreso, la tendenza del voto è cambiata radicalmente, in favore del governo. Le irregolarità hanno scatenato la furia popolare generando un'ondata di violenza che ha messo il paese in difficoltà, generando forti dubbi e critiche, e causando una frattura nella società. "Negli ultimi anni - continua il portavoce dell'episcopato all'Agenzia Fides - alcuni gruppi hanno creduto che il cambiamento possa arrivare alimentando la divisione e incitando all'odio tra fratelli. Il dialogo e il rispetto della legge sono stati praticamente azzerati. I leader dei partiti politici hanno mancato di saggezza, di abilità di negoziazione e, soprattutto, di coerenza tra quanto promettono e quello che poi effettivamente realizzano", dice p. Lopez, spiegando che l'Honduras sta vivendo una delle più tristi pagine della sua storia recente
"Dobbiamo rispondere come messaggeri di pace e portare un soffio di speranza al nostro popolo: la violenza non è mai la risposta", rileva. "L'Honduras non lo merita. Nel nome di Dio, chiediamo di fermare l'ingiustizia, di fermare la violenza, che non è la via: si è agenti di cambiamento nel rispetto della libertà e della dignità di ciascuno", conclude.
Ieri 20 dicembre, la Conferenza Episcopale dell’Honduras ha diffuso un nuovo comunicato condannando fortemente la violenza ed esprimendo la speranza affinché la crisi vissuta dal paese "si converta in una opportunità": “Si stabilizzi lo stato di diritto - recita il testo - e si rafforzino, attraverso la legge, le sue istituzioni; si progredisca nella lotta contro l’impunità, contro la corruzione, contro il crimine organizzato e la nazione riesca a ridurre l’impoverimento crescente della maggior parte della popolazione”. A questo scopo, secondo i Vescovi, sarà necessario un “Patto sociale, attraverso un dialogo franco, efficace e creativo e senza condizioni, che coinvolga tutti i settori della società”.
L'Honduras ha una popolazione di oltre 8,7 milioni di persone, per oltre l'80% cattoliche. Registra però un tasso di omicidi tra i più alti al mondo: nel 2015 sono stati 5.108, conun tasso di 59,5 omicidi per ogni 100.000 abitanti. (LG) (Agenzia Fides 21/12/2017)


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