AMERICA/BRASILE - La Chiesa in difesa dei contadini: no alla riforma della previdenza sociale

venerdì, 15 dicembre 2017 diritti umani   indigeni   povertà   politica   vescovi  
La Chiesa in difesa dei contadini: no alla riforma della previdenza sociale

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La Chiesa in difesa dei contadini: no alla riforma della previdenza sociale

Brasilia (Agenzia Fides) – E' essenziale ascoltare le parti sociali, dialogare per trovare soluzioni sociali e politiche condivise: con questo spirito l'Arcivescovo di Brasilia e Presidente della Conferenza episcopale nazionale brasiliana (CNBB), il Card. Sergio da Rocha, ha ricevuto i rappresentanti dei movimenti popolari coinvolti nelle mobilitazioni contro la riforma della Previdenza sociale la mattina di martedì 12 dicembre. Il gruppo di contadini e membri delle Commissioni Giustizia e Pace hanno presentato l'iniziativa di mobilitazione e sensibilizzazione, segnata dallo sciopero della fame, che ha avuto luogo otto giorni fa all'ingresso della Camera dei Deputati. Erano presenti all’incontro anche i consiglieri delle Commissioni Episcopali per la pastorale dell'Azione Sociale e dei Laici. Il Cardinale ha dato priorità all’ascolto dei rappresentanti, e tale atteggiamento è stato descritto dai presenti come un gesto umano, di solidarietà e, soprattutto, di un Pastore.
Bruno Pilon, dei movimenti dei piccoli agricoltori, ha affermato che i gruppi hanno analizzato il contesto brasiliano, in cui viene discussa la proposta di modifica della Costituzione n. 287/2016, sulla riforma delle pensioni, e ha osservato che i lavoratori brasiliani vedono in tale modifica il ritiro del "diritto più prezioso, che è la previdenza sociale, vale a dire, la sicurezza sociale".
Secondo Pilon, i movimenti non hanno trovato altro modo di attirare l'attenzione e di chiedere il ritiro del progetto dall'agenda che questo, e dopo più di 7 giorni di sciopero della fame, i manifestanti non sono ancora stati ricevuti dalla presidenza della Camera dei Deputati, che intende mettere la questione al voto il 19 gennaio.
Hanno partecipato allo sciopero della fame per otto giorni il frate francescano Sérgio Görgen, e Josi Costa e Leila Denise, membri del movimento dei piccoli agricoltori. I tre scioperanti, che rappresentano 300.000 famiglie contadine brasiliane, cercano di evitare il grande danno che l'approvazione della riforma della sicurezza sociale causerebbe e che la trasformerebbe in una tragedia sociale, che renderebbero impossibile il diritto alla pensione dei contadini, degli indigeni e dei quilombolas. Altri gruppi hanno preso provvedimenti anche a Sergipe, Rio Grande do Sul e Espírito Santo, e quattro persone hanno aderito all'azione a Brasilia.
Il Cardinale Sergio da Rocha ha sottolineato l'importanza del dialogo tra la Chiesa e la società, in particolare con i movimenti popolari, e di questi movimenti con il governo, per promuovere la pace. Riguardo al ruolo della Chiesa nel contesto delle riforme attuate, il Presidente della CNBB ha sottolineato che queste hanno "grandi implicazioni per la vita del nostro popolo" e che la Chiesa desidera sempre difendere i diritti della popolazione, specialmente di quelli più fragili.
In questa vicenda la Chiesa ricopre un ruolo da protagonista, non solo per la trasparenza nel dialogo sulla difesa dei diritti della popolazione, ma anche come presenza a tutti i livelli della società brasiliana. Lo testimoniano diversi comunicati pubblicati in questi giorni da parte di organismi, religiosi e laici impegnati: la Famiglia Francescana (http://ffb.org.br/nota-apoio-da-cffb-a-greve-de-fome-contra-a-reforma-da-previdencia.html), la Conferenza di Religiosi del Brasile, pubblicato dal web delle Pontificie Opere Missionarie (http://www.pom.org.br/crb-divulga-nota-em-apoio-a-greve-de-fome-contra-reforma-da-previdencia/), quello della Commissione per la Pastorale delle Terre e quello della Caritas Brasile. Dalle ultime notizie si apprende che la votazione è stata rimandata al 19 febbraio per poter discutere seriamente il provvedimento, ma in diverse città del paese hanno già organizzato e svolto manifestazioni di protesta.
(CE) (Agenzia Fides, 15/12/2017)


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