AMERICA/PORTO RICO - Traumi, danni psicologici ed emotivi per le vittime degli uragani

giovedì, 16 novembre 2017 disastri naturali   ambiente   criminalità   infanzia   diritti umani   istruzione  

San Juan (Agenzia Fides) - A Porto Rico l’emergenza non è ancora finita nonostante siano passati 47 giorni dal passaggio degli uragani Irma e Maria, che lo scorso 20 settembre hanno portato grandi devastazioni (vedi Fides 2/10/2017). Il problema più serio continua ad essere la mancanza, su buona parte dell’isola, di energia elettrica, dopo che i forti venti hanno divelto i pali della rete e fatto cadere alberi sui cavi. Di conseguenza ne stanno risentendo vari servizi come la fornitura di acqua, i sistemi di depurazione e i mezzi di comunicazione. Si stima che finora almeno 150 mila persone abbiano lasciato l’isola per andarsi a stabilire altrove negli Stati Uniti.
Tra le tante iniziative portate avanti finora, il Centro di Sostegno per le Vittime del Crimine (Cavic), è impegnato a offrire servizi multidisciplinari per aiutare a superare i danni emotivi che subiscono i cittadini a causa di atti criminali e violenze.
L’organizzazione senza fini di lucro è intervenuta subito dopo una settimana dal passaggio del fenomeno atmosferico e da allora continua a portare il suo contributo alle vittime. Il Centro, tra gli altri, offre regolarmente servizi di lavoro sociale, psicoterapia, consulenza, orientamento, assistenza legale.
Secondo una nota pervenuta a Fides, il Cavic ha avviato anche una collaborazione con la Red de Albergues di Porto Rico e ha iniziato visite e incontri negli hogares dove ci sono minori che hanno subito maltrattamenti. Tra questi l’Hogar Casa Cuna, è considerata il primo centro di accoglienza a Porto Rico per bambini e bambine maltrattati e abusati, arrivati lì da soli volontariamente.
“Una esperienza come questa, causata da un evento atmosferico, può esacerbare i sintomi di stress postraumatico” dichiara una nota del Cavic. Tra gli incontri che gli esperti hanno avuto con le piccole vittime sono emersi, infatti, fenomeni come ansia per la sorte dei genitori dopo l’uragano. “Il Cavic anche per questo ha avviato attività educative, ricreative oltre che un workshop incentrato sulla gestione dell’ansia sia nelle comunità che nelle case di accoglienza. Finora sono 400 i casi assistiti, prevalentemente per violenza di genere, anche se praticamente tutti quelli arrivati dopo l’uragano hanno a che fare con un tipo di violenza di genere”, ha concluso la responsabile.
Tuttavia, a distanza di poco più di un mese, qualche buona notizia c’è. Hanno riaperto 98 scuole pubbliche, circa il 9% del totale di quelle presenti sull’isola, anche se i giorni scolastici sono stati ridotti della metà. (AP) (16/11/2017 Agenzia Fides)


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