AMERICA/PERU' - Orrore e violenza contro le comunità degli ashaninka, nel ricordo di una suora francescana

martedì, 14 novembre 2017 indigeni   terrorismo   violenza   tribalismo   diritti umani  

Internet

Puerto Ocopa (Agenzia Fides) - Puerto Ocopa è una località del distretto del Río Tambo, provincia di Satipo (Junín). Si tratta di una delle zone più colpite dalla violenza del gruppo terrorista Sendero Luminoso (PCP-SL) che, tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta ha assediato questa e altre comunità ashaninka dei bacini dei fiumi Ene, Tambo e Perené, nella Foresta Centrale del Perú. Intere comunità furono sequestrate e migliaia di nativi assassinati (vedi Fides 10/12/2015). In mezzo a questo scenario di terrore, la missione francescana Santa Teresita ha resistito e si è stabilita lì per aiutare le vittime.
Attualmente, dopo il grave sisma che il 13 agosto scorso ha colpito il paese, l’area principale della casa di accoglienza francescana è invivibile. Le pareti di mattoni e calicanto dell’edificio di oltre 50 anni sono state gravemente danneggiate, i suoi occupanti, 54 bambini ashaninka orfani o in situazioni di povertà, sono stati costretti ad abbandonare la struttura. A vietare l’accesso i nastri gialli con indicazioni di pericolo.
“La casa, oggi devastata dal sisma, fu rifugio di famiglie e bambini rimasti orfani” ha raccontato suor Nélida Vicente, madre superiora delle Hermanas de la Caridad, in una nota pervenuta a Fides.
“Nel 1987 sono arrivati i terroristi” ricorda inoltre madre Benita, che vive nella missione dal 1982. “All’inizio cercavano di indottrinare la comunità e integrarla ai loro ospiti. Tanti hanno creduto alle promesse di giustizia sociale e si sono uniti a Sendero Luminoso. La maggior parte però lì rifiutò. Verso i primi degli anni Novanta, le iniziative di Sendero Luminoso iniziarono ad essere più aggressive e piene di divieti su tutto. Ci dicevano di non uscire, non fare arrivare aerei, non avere contatti con nessuno”, racconta la suora. “Quando i terroristi arrivavano durante la messa, tutti si buttavano per terra, grandi e piccoli. Altre volte arrivavano di notte con la dinamite e i bambini scappavano”.
Secondo la Comisión de la Verdad y la Reconciliación (CVR), Sendero Luminoso ha sequestrato circa 10 mila ashaninka. “Tra le montagne i terroristi sottomettevano la gente in condizioni di schiavitù. I cosiddetti ‘Comités de Base’ erano, in pratica, campi di concentramento. I nativi erano costretti ai lavori forzati, le donne violentate, e se qualcuno cercava di scappare o non si sottometteva al pensiero dell’ex leader di Sendero Luminoso, Abimael Guzmán Reynoso, veniva ammazzato. In molti casi, agli omicidi dei ribelli dovevano essere presenti i rispettivi familiari o addirittura dovevano essere loro a compierli ”, continua suor Benita.
Secondo la Commissione, durante il cosiddetto "olocausto ashaninka" sono scomparse circa 40 comunità e sono morti 6mila nativi, poco più del 10% della popolazione, che nel 1993 si stimava fosse di 55 mila persone.
Secondo il Centro Amazónico de Antropología y Aplicación Práctica (CAAAP), grazie a iniziative congiunte, sono stati riscattati circa 2.800 ashaninka. “La casa di accoglienza Santa Teresita ne ha ospitati fino a 800 tra donne, uomini e bambini. Tuttavia, i riscatti non attenuavano la tragedia. Bambini e adulti arrivavano in condizioni di denutrizione o agonizzanti e molti morivano, in particolare i più piccoli. Quelli che riuscivano a sopravvivere dovevano convivere con l’incubo dei genitori morti o dell’orrore dei campi di concentramento senderisti. A oltre 20 anni dalle barbarie, con i suoi 915 abitanti, la piccola comunità di Puerto Ocopa sembra vuota e silenziosa”, conclude suor Benita. (AP) (14/11/2017 Agenzia Fides)


Condividi: