AFRICA/BURUNDI - Disarmare la popolazione per favorire un clima più sereno in vista delle elezioni presidenziali

venerdì, 6 maggio 2005

Bujumbura (Agenzia Fides)- “L’iniziativa presa dal Presidente mira a creare un clima sereno in vista delle elezioni politiche che dovrebbero tenersi il 19 agosto” dice all’Agenzia Fides una fonte della Chiesa locale commentando il decreto del Presidente del Burundi, Domitien Ndayizeye, di disarmare la popolazione del paese. “Avvicinandosi le elezioni, si nota una maggiore tensione. Con questi provvedimenti si vogliono evitare episodi d’intimidazione della popolazione o, peggio, veri e propri atti violenti” afferma la fonte di Fides.
La tensione è salita a causa del mancato accordo sulla sostituzione del Ministro dell’Interno, morte di recente. “Nell’ambito del governo di unione nazionale, esiste una procedura precisa per la sostituzione di un ministro” spiegano le fonti di Fides. “Il nuovo ministro infatti viene scelto da una terna di candidati presentati dalla varie forze politiche che sostengono il governo. Le Forze per la Difesa della Democrazia (FDD), l’ex movimento ribelle che è entrato nel governo di transizione, hanno però presentato un loro candidato, senza rispettare la procedura. È nata una crisi che ha portato all’autosospensione dal Consiglio dei Ministri dei rappresentanti delle FDD”. Per risolvere la crisi è intervenuto il mediatore nominato dall’Unione Africana, il vicepresidente sudafricano Jacob Zuma.
. Il decreto del Presidente precisa che “l’ordina di consegnare le armi riguarda tutte le persone residenti sul territorio burundese non appartenenti alle forze di difesa e di sicurezza. Tutti coloro che rifiuteranno di consegnare un’arma e che resisteranno all’operazione di disarmo saranno puniti secondo la legge”
In Burundi vi sono più di 300mila armi leggere in circolazione tra la popolazione, a causa soprattutto della guerra civile scoppiata nel 1993. “Non vi sono civili che mostrano in pubblico armi, ma si sa che ve ne sono molte nelle case” dicono le nostre fonti. “Le armi non sono vendute ai civili presso punti vendita alla luce del sole, ma chi vuole una pistola sa dove andare per procurarsela. Diverse armi provengono dalla vicina Repubblica Democratica del Congo, dove agiscono diversi movimenti di guerriglia e trafficanti di ogni genere”.
“Il provvedimento per il disarmo sarà sicuramente appoggiato dalla Chiesa che sempre sostiene le iniziative a favore della pace e della riconciliazione nazionale” concludono le fonti (L.M.) (Agenzia Fides 6/5/2005 righe 37 parole 380)


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